Tiziana, 24 anni, è una delle tante studentesse che dopo la triennale - nel 2018 si è laureata in Psicologia presso l'Università degli studi di Catania- ha dovuto lasciare la propria città natale per continuare gli studi. Ha scelto di trasferitasi a Torino per frequentare il corso di Psicologia clinica e qui vive da due anni. Al momento dello scoppio dell'emergenza sanitaria Tiziana si trovava a Torino per la sessione invernale. Con i primi casi di Coronavirus in Lombardia e in Piemonte, sopraffatti dall'indeterminatezza delle circostanze, molti suoi colleghi, come lei fuorisede, hanno deciso di rientrare nelle proprie città di residenza. La portata dell'emergenza non è stata subito compresa, si è parlato di semplice influenza e di isteria di massa, ma pochi giorni hanno reso evidente la serietà del caso e avallato le paure degli studenti di rimanere bloccati nei comuni di domicilio. L'applicazione tardiva di precise modalità di contenimento del contagio non hanno reso facile capire come comportarsi. I genitori di Tiziana l'hanno per questo invitata a rientrare a casa, ma onde evitare spostamenti superflui e per non mettere a rischio la salute dei suoi cari, Tiziana ha deciso di rimanere a Torino. Quando il 7 marzo viene pubblicata dai giornali la bozza di un decreto che proibisce lo spostamento tra comuni se non per ragioni comprovate, Tiziana deve nuovamente scegliere cosa fare: rientrare o rimanere a Torino col rischio di non potersi più muovere? La notizia della bozza genera, nella notte tra il 7 e l'8 marzo, un esodo di massa da Nord a Sud. Solo in Sicilia, da allora, sono 40.000 le persone rientrate per sfuggire al lockdown. Tiziana, però, non è tra queste. Ha deciso di non di tornare a casa e si è costretta a una reclusione lontana dagli affetti. Agendo secondo le -aggirabili -direttive, Tiziana ha compiuto un gesto di enorme portata: ha anteposto l'interesse comune al proprio. Adesso si trova nella suo appartamento a Torino, in quarantena, in compagnia dei coinquilini che come lei sono rimasti. Ha imposto a se stessa di comportarsi con lucidità e senso civico. Non sa quando potrà rivedere la sua famiglia o quanto a lungo si protrarrà l'emergenza, ma anche se potrebbe provare a rientrare, così come disposto per coloro che devono far ritorno al proprio domicilio di residenza, preferisce non farlo perchè ora come ora "bisogna pensare prima agli altri che a se stessi".bloccata al nord
la VIDEO TESTIMONIANZA di tiziana