Da questa mattina, tutta l’Italia (isole incluse) è in quarantena: con il decreto “Io resto a casa”, il premier Conte ha esteso a tutta la nazione le limitazioni (già vigenti in Lombardia e nelle altre 14 province) nel tentativo di contrastare l’avanzata del Coronavirus. Secondo quanto riportato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale, ad oggi il numero di pazienti nell’isola sale a 62, 8 in più di ieri: risultano ricoverate 19 persone (sette a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna); 1 di loro è in terapia intensiva, ma solo a scopo precauzionale; 41 sono invece i pazienti in isolamento domiciliare, mentre 2 pazienti risultano guariti. Al momento, presso i laboratori regionali di riferimento dei Policlinici di Palermo e Catania, sono stati effettuati 955 tamponi, di cui 881 negativi e 12 in attesa di risultati. L’Istituto superiore di sanità ha ricevuto 62 campioni, di cui 16 già validati da Roma (5 a Palermo e 11 a Catania). Dopo il periodo di quarantena, tornano invece a casa 25 componenti della comitiva bergamasca in vacanza a Palermo: tutti loro sono risultati negativi dopo aver eseguito il tampone per tre volte. Nelle ultime ore, si è invece registrato un vero e proprio boom di iscrizioni al portale della Regione Siciliana per segnalare la propria provenienza dalle zone a rischio contagio del Nord Italia. Una misura che il governatore Nello Musumeci aveva deciso di adottare e che ha reso un obbligo, per contenere la diffusione del Covid-19 in Sicilia: nelle ultime 24 ore, si è passati da 1.500 utenti registrati a 11mila. Tutti coloro che nelle ultime due settimane si sono trovati nelle “zone rosse”, rientrando in Sicilia dovranno così rispettare la quarantena. Ma non solo, anche coloro che si sono trovati di passaggio in tali aree devono comunicarlo al proprio Comune, al dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio o al proprio medico; inoltre, hanno l’obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni dall’arrivo; divieto di contatti sociali, spostamento e viaggi; rimanere sempre raggiungibili. L’appello è rivolto a tutta la nazione, regione per regione, provincia per provincia: atteniamoci alle indicazioni del governo e del Ministero della Salute, soltanto così potremo contribuire a contenere la diffusione del Coronavirus.