Alla preoccupazione e alla paura di questi giorni dobbiamo contrapporre razionalità e senso di responsabilità. Le misure prese dal Governo per arginare il Coronavirus funzioneranno solo se tutti noi, ciascuno nel proprio ruolo e nella propria condizione, applicheremo tutte le indicazioni previste, evitando assembramenti e contatti diretti con le persone nei locali, nei negozi, nei mercati, ma anche mantenendo un’impeccabile igiene personale lavando ripetutamente le mani. Purtroppo c’è il rischio concreto che la situazione di contagio nel nord Italia si estenda anche da noi, affollando ancora di più ospedali e strutture sanitarie che stanno già operando senza risparmio di energie. Le istituzioni possono e devono fare la loro parte, ma è indispensabile la responsabilità del singolo cittadino. Abbiamo infatti l’obbligo di attuare condotte che aiutino, seppure indirettamente, quanti - medici, infermieri e operatori - con impagabile generosità stanno operando per arginare la morsa del virus. Tuttavia, vedere le strade della Movida di Catania, ma anche di Napoli o Milano, imprudentemente piene di persone a contatto l’uno dell’altro, purtroppo lascia pensare che ancora non si è compresa bene la gravità della situazione. Il principio è semplice: bisogna uscire di casa solo per azioni strettamente necessarie come quella di recarsi al lavoro o compiere gli acquisti; rallentare i contatti sociali; rimanere più a lungo possibilenella propria abitazione. L'andamento del contagio molto dipenderà da come si comporteranno i singoli e se verranno applicate tutte le raccomandazioni che si stanno facendo in questi giorni. E’ da irresponsabili non prendere atto della serietà del problema e delle rigorose condotte che dobbiamo mantenere, costi quel che costi, in termini di temporanee rinunce alle nostre abitudini e alle nostre comodità. Mi rivolgo sopratutto ai giovani, all’energia vitale che li contraddistingue, affinché seguano con compostezza questo provvisorio cambiamento del nostro modo di essere. Un impegno che può salvare vite umane e aiutarci a uscire prima possibile da questo buio tunnel della paura e dell’angoscia. Non dimentichiamo le difficoltà che noi catanesi nel corso dei millenni abbiamo dovuto contrastare come terremoti ed eruzioni, emergenze certo più gravi di questa, che non è l’Apocalisse, ma un grave momento in cui occorre dimostrare rispetto delle regole, reciproca solidarietà e coscienza di responsabilità”. SALVO POGLIESE, sindaco di Catania