Una giornata che ha destato tanto interesse e partecipazione, un convegno per riflettere sul valore dell'autodeterminazione della donna, un'iniziativa inserita nel programma delle festività agatine. L'associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta, che da anni promuove la Cultura della legalità e si pone come mediatore tra i giovani e le istituzioni, ha preso parte al convegno organizzato nell'aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dal direttore Giuseppe Vecchio in collaborazione con la consigliera di Parità della regione siciliana, Margherita Ferro, intitolato "Sant'Agata come icona della libertà"."Abbiamo voluto riflettere sull'autodeterminazione di Sant'Agata e sul messaggio di libertà che trasmette alla comunità catanese che ha sempre nel cuore l'amore e l'esempio di una donna forte e determinata", ha dichiarato Margherita Ferro, consigliera di Parità della Regione Siciliana. Soddisfatta di aver partecipato ad un interessante incontro Vincenza Bifera, presidente dell'associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta: "in un momento in cui assistiamo ad una cosificazione della donna , resa oggetto, l'emblema di Sant'Agata vuole riscattare questa identità della donna, e la riscatta dal simbolo della sopraffazione. Mi auguro - ha continuato Bifera - che questa pregnanza si possa diffondere e diventare messaggio di grande importanza:il dire no ad ogni forma di sopraffazione per rivendicare i valori del rispetto e della libertà ad essere".Ai nostri microfoni anche il direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Catania, Giuseppe Vecchio, che ha sottolineato, a proposito delle festività agatine, l'importanza che assume giorno 3 febbraio: "indica l'apertura di un rapporto simbolico tra il popolo, la città e le istituzioni religiose. Il gesto dell'offerta della cera da parte delle istituzioni - ha continuato - per alcuni aspetti può essere inteso come un atto di umiltà nei confronti della fanciulla Agata, che dalle istituzioni è stata perseguitata"...