La festa è riuscita. E bene per giunta. Quattro giorni di celebrazioni intense, gioiose e piene di devozione. S. Agata, insomma, ha pure fatto le ore piccole (il 5 è rientrata alle 5,30...) ma tutto è filato liscio, come da previsione. Insomma, una gran bella festa. La processione del giro interno è durata 18 ore e giovedì 6 febbraio la Santa è rientrata a casa sua, nella Cattedrale di Catania, alle 11,30, accolta come sempre da migliaia e migliaia di devoti commossi e festanti. Un dato su tutti? In primo piano finalmente la fede, la preghiera e di conseguenza la compostezza; da una decina di anni non si assisteva a una partecipazione profondamente religisosa, attraverso le preghiere e i momenti di meditazione. Inoltre ordine e armonia hanno caratterizzato le processioni del 4 e del 5 febbraio. Durante la festa in realtà l'orologio sparisce. Orari fuori dalla tabella di marcia ma senza conseguenze particolari: i fuochi di piazza Cavour al Borgo alle 06,20, la Salita di San Giuliano alle 9,30, il canto delle suore Benedettine alle 10,30 e il rientro in Cattedrale, come detto, alle 11,30. Soddisfatta la gente, soddisfatto Riccardo Tomasello, presidente del Comitato dei Festeggiamenti, raggiante il capo vara Claudio Consoli, finalmente sereno monsignor Barbaro Scionti, il parroco della Cattedrale. Rilevante e piena di significato la presenza al Pontificale del cardinale Leonardo Sandri. L'unico neo? Verosimilmente la mancata partecipazione delle Candelore alla processione del Giro interno per l'allerta meteo e quindi per motivi di sicurezza, con qualche lamentela dei commercianti dislocati sul tracciato della processione. Ma quello delle Candelore (riparate solo in serata in Cattedrale) è un aspetto complesso che va affronato per tempo nelle sedi giuste, al di là della lodevole iniziativa di aver allestito la Casa delle Candelore in piazza Duca di Genova. L'appuntamento è per mercoledì 12 febbraio, per l'Ottava, dove la partecipazione sarà altrettanto significativa. Ne siamo certi.