Non è un fulmine a ciel sereno. Una trentina di persone infatti sono finite nel mirino della Procura etnea dopo un dossier durissimo della Guardia di finanza sui conti del Comune di Catania finito in dissesto lo scorso anno, con una sentenza della Corte dei Conti. E rischiano il rinvio a giudizio, vista la fine indagine. Tra gli indagati l'ex sindaco Enzo Bianco (oggi Consigliere Comunale, appena eletto presidente dell'Anci) e diversi ex assessori Luigi Bosco, Orazio Licandro, Angela Mazzola, Marco Consoli, Giuseppe Girlando, Rosario D'Agata, Fiorentino Trojano, Salvo Di Salvo, Michele Giorgianni, Valentina Scialfa, Angelo Villari, Agatino Lombardo, Fortunato Parisi, Salvatore Andò, Maria Mastrandrea nonché i revisori dei conti Carlo Cittadino, Natale Strano, Fabio Sciuto e Massimiliano Lo Certo. Indagati anche il ragioniere generale Ettore De Salvo, e i dirigenti Pietro Belfiore, Salvatore Nicotra, Alessandro Mangani, Angelo Greco, Orazio Palmeri, Roberto Politano, Maurizio Lanza, Giorgio Santonocito, Massimo Rosso, Maurizio Trainiti, Maria Mastrandrea, Clara Leonardi, Francesco Battaglia, Stefano Sorbino, Francesco Gullotta, Salvatore Nicotra e Marco Petino. Secondo la Guardia di finanza "nell'esercizio delle proprie funzioni" avrebbero nel 2013 "attestato falsamente fatti dei quali gli atti pubblici predetti erano destinati a provare la verità. In particolare, mendacemente, attestavano previsioni di entrata per il 2013 dolosamente sovrastimate e previsioni di spesa scientemente sottostimate (nella effettiva consapevolezza di un più elevato amontare di debiti dell'ente in particolare con riguardo al contratto di servizio con la partecipata Amt avendo stanziato una previsione di spesa inferiore a quella contrattualmente stabilita), altresì, integrando omissioni in merito al riconoscimento e all'iscrizione di debiti fuori bilancio dei quali erano a conoscenza, in quanto maturati negli esercizi precedenti.