di Edmond Dantés, Conte di Montecristo... Tirare troppo la corda è un modo di dire secondo cui, quando si creano troppe tensioni, si finisce per avere la peggio. A tenere bene in mente questo monito dovrebbe essere il ministro degli Interni, ovvero il prode Salvini. Il leader leghista, il Capitano come lo appellano benevolmente i suoi seguaci, fino alla vicenda Siri ha retto il palcoscenico politico mettendo all'angolo, come un pugile suonato, i suoi "alleati " pentastellati e pure i suoi avversari piddini. Senza, però, riuscire a sferrare il colpo del ko. Cavalcando alcuni temi caldi, in primis l'immigrazione e l'opprimente burocrazia dell'Unione Europea, e facendo approvare alcune riforme normative a costo zero, la legittima difesa per tutte, l'ex comunista padano viaggiava col vento in poppa e volava in tutti i sondaggi possibili ed immaginabili. Non solo nei sondaggi, peraltro, perché il centrodestra ha vinto quasi tutte le recenti elezioni amministrative, subendo un arresto solo nelle ultime competizioni elettorali siciliane. Non c'è da stupirsi se ancora una volta proprio la Sicilia fornisce il primo segnale di scricchiolìo, così come avvenne per Renzi. Salvini, che per uno scherzo della Storia si chiama pure lui Matteo, non deve commettere, se non vuol fare la stessa fine, gli errori del suo omonimo. In queste ultime settimane, tra il caso Siri, Fontana a Milano, le sparatorie di Napoli, lo sgombero dei Rom nella capitale in uno con l'intervento del Vaticano per il riallaccio della luce elettrica agli occupanti abusivi, per non parlare delle polemiche al salone del libro di Torino, segnali negativi per Salvini ne sono giunti tanti ed egli ha reagito un po' nervosamente. Tanti episodi fanno ritenere che la tensione potrebbe sfociare in una crisi di governo, con tutto ciò che ne consegue. Le elezioni europee saranno la prova del nove. È qui che torna in ballo la Sicilia. alvini, con una giravolta incredibile rispetto a quando era il direttore di Radio Padania, si è trasformato in un politico non più solo settentrionale, ma nazionale. È sceso tante volte al sud, ove è stato accompagnato da bagni di folla cui si stentava a credere. Un successo inimmaginabile. Questo successo, specie in Sicilia, non è stato però accompagnato da uno sfondamento elettorale. Tranne pochi, pochissimi casi, nella Trinacria ha raccolto meno di quanto si ipotizzasse. E la reazione è stata forte, fortissima, perché Salvini ha accusato, sbagliando, di tradimento i 5stelle. Salvini ha torto marcio, il suo bersaglio è errato. Salvini deve prendersela prima con se stesso e poi col suo plenipotenziario Candiani. I due, infatti, hanno sbagliato su tutta la linea, specie negli arruolamenti. Non puoi andare a Corleone, il 25 aprile, per dire che la Lega fa la lotta alla mafia e si batte per la legalità, e poi imbarcare a bordo di tutto di più. Specie certi vecchi arnesi della politica in salsa sicula. Vedere oggi schierati col simbolo del Carroccio, o comunque constatarne la vicinanza e comunità di intenti, gente come Attaguile, Romano, Pagano, ex lombardisti, riciclati DC, forzitalioti d'antan non rende un buon servizio al Capitano. E questo limitandosi alla sola Sicilia. Non parliamo degli imbucati in Calabria e Campania ...Se Salvini non si rende conto di ciò, di cosa significa e di quali negative conseguenze può essere foriero proprio alle prossime elezioni europee, allora il suo destino è segnato: finirà come l'altro. Si liberi - se non vuole morire politicamente - di questa zavorra, a costo di non prendere granché come voti : non ne ha bisogno, perché al nord farà l'en plein e andrà alla grande. Ma qui no, qui con certa compagnia rischia solo di vanificare tutto. Si dirà che anche in Padania non sono stinchi di santo: per carità, nessuno lo sostiene. Ma almeno quelli sono suoi da sempre, originali. Non riciclati come i nostri! Per cui, caro Salvini, o ti liberi di questa gente, o puoi star certo che non andrai lontano, anzi sei già arrivato. Edmond Dantés, Conte di Montecristo