Con il deludente pareggio contro il Rieti (1-1) nell’ultima di campionato, il Catania chiude la regular season al 4° posto, preceduto in classifica dal Catanzaro di Auteri che in casa travolge il Trapani (6-3). Uno spettacolo indecoroso quello andato in scena al “Massimino” che ha gettato ancora di più nello sconforto i pochi tifosi presenti sugli spalti, ormai rassegnati visto l’andamento della squadra durante tutto l’arco del campionato, per le prestazioni "stanche" dei rossazzurri. E se il campo non assicurava uno spettacolo, sugli spalti l’atmosfera era alquanto malinconica. Non un coro, non un segno di incoraggiamento e neanche un applauso ma solo un lungo e inesorabile silenzio, emblema dello sconforto, della delusione e dell’amarezza provata da ogni appassionato rossazzurro. Neanche il gol di Lodi su rigore al 22’ (l'undicesimo stagionale) è riuscito a far esplodere di gioia il “Massimino” ma anzi, ha lasciato spazio a una pioggia di fischi da parte dei gruppi organizzati, segno di una grande spaccatura tra ultras e squadra (ma anche dirigenza...). E i fischi non sono mancati neanche al termine del match che ha dato il via a una contestazione rivolta alla società (Pietro Lo Monaco, in particolare) per un’annata fallimentare sotto tutti i punti di vista. Volti dei tifosi affranti quelli all’uscita dallo stadio ma soprattutto, viste le evidenti difficoltà della squadra, ancora oggi priva di un’identità di gioco, ormai consapevoli e quasi rassegnati alla permanenza in Serie C, per in quinto anno consecutivo. È questo il pensiero comune condiviso da quasi tutti i sostenitori rossazzurri, stanchi e avviliti per i pochi risultati avuti in una stagione che era stata dipinta a inizio campionato come quella vincente. Qualcuno fra i tifosi ha chiesto la testa di Novellino come ultima possibilità: accontentati visto che il club ha richiamato Sottil per cercare di invertire la tendenza in vista dei playoff. Un’immagine però fa sorridere e allo stesso tempo riflettere: in un’atmosfera come quella vista domenica al Cibali, gli unici a rompere il silenzio durante i 90’ sono stati i bambini che hanno dato sfogo a tutto il proprio entusiasmo nel vedere giocare la propria squadra del cuore. Beata innocenza...