La notizia è nota, l’ex sindaco Enzo Bianco è convolato a nuove nozze in quel di Siculiana, in provincia di Agrigento. e cronache ci hanno reso edotti sugli invitati Vip, sul luogo del ricevimento e sullo chef. Fin qui, tutto sommato, siamo nella norma del gossip. Ma poi il gossip si è tinto di giallo. Su alcuni resoconti giornalistici, infatti, si è letto che tra gli invitati presenti si è annoverato “ un alto magistrato romano” di cui inizialmente non si è fatto il nome. Successivamente il nome è venuto fuori. Si tratta dell’ex procuratore della Repubblica di Catania, attuale Procuratore Generale nella Capitale, Giovanni Salvi. Si proprio lui : il fratello dell’ex ministro DS Cesare Salvi, insignito, il magistrato, dell’Elefantino d’oro simbolo di Catania all’atto del suo commiato per tornare a Roma. Giovanni Salvi, il magistrato fuori dai giochi locali venuto a Catania per portare, secondo alcuni, aria nuova nelle grigie stanze di Piazza Verga. La notizia della presenza di Salvi al matrimonio di Bianco nella ristretta cerchia di invitati non ha destato a Catania, città adusa a tutto ed a tutti i possibili giochi di potere, particolari reazioni. Solo alcuni organi di stampa online, che erano stati in prima fila a sostenerne la nomina ed a farne un continuo panegirico per quattro anni anche solo per uno starnuto, ne hanno dato comunicazione senza suscitare, a parte qualche raro negativo commento, alcuna reazione popolare specie dagli intellettuali che invocavano l’ ”uomo nuovo slegato dai vecchi poteri “ alla guida della Procura di Catania. Alcuni dei principali corifei, quelli che ad ogni piè sospinto scrivevano delle imprese “della Procura di Giovanni Salvi “ si sono addirittura ben guardati da darla la notizia! Questo modo di procedere non sorprende più di tanto, perché essere cortigiani è nella natura di tanti se non dei più e perché gli uomini, come diceva Flaiano, salgono sempre sul carro dei vincitori. Se qualcuno, un giorno, vorrà scrivere la storia dell’ultimo decennio catanese e degli assetti di potere, dovrà in primis approfondire il perché ed il per come si arrivò alla nomina di Salvi, un outsider senza particolari titoli (come sentenziò il TAR Lazio sui ricorsi di altri concorrenti pretermessi...), quando erano in ballo l’indagine su Raffaele Lombardo e quella su Mario Ciancio. Allora se ne scopriranno delle belle, e vorremo vedere la faccia degli odierni delusi sostenitori dell’ “ alto magistrato romano“. (foto Grandangolo.it) Agostino D’Ippona