In Andalusia, la più popolosa fra le regioni autonome della Spagna è accaduto ciò che nessuno riusciva nemmeno ad immaginare;dopo 36 anni di governo ininterrotto della sinistra, il partito di estrema destra “ VOX” irrompe letteralmente in Parlamento, conquistando, invece del già ottimistico unico seggio previsto dai sondaggi, ben dodici scranni. Con ciò i socialisti non riusciranno a formare un governo, mentre Vox, se si alleasse alla destra moderata potrebbe avere la maggioranza nel Parlamento regionale. Non so se quanto accaduto,volendo utilizzare una comoda locuzione latina, sia “vox Dei”; sicuramente è “Vox populi,anzi populorum”. Altrimenti non si spiegherebbe Perché gli Andalusi, dopo gli Ungheresi, gli Austriaci, molti dei Tedeschi già chiamati alle urne nei Lander e certamente buona parte, sempre in crescita, degli italiani, hanno portato al Governo partiti interpreti dei sentimenti populisti e sovranisti, ancora stoicamente esistenti dopo oltre venti anni di lavaggio dei cervelli in chiave europeista. Vox populorum dicevo, perché l’Europa è un insieme di popoli preesistenti alla chimera nella quale hanno voluto farci credere a tutti i costi. L’Europa è a stento una entità geografica della quale ,verso Est,non sono nemmeno ben definiti i confini. Non siamo e non saremo mai una Nazione; ognuno degli Stati membri ha una propria storia ,una propria cultura;pur nell’ambito del cristianesimo ,riti e osservanze diversi;lingue diverse. Fino a 70 anni fa ci siamo sparati addosso l’un l’altro ,e per farci smettere sono dovuti arrivare gli angloamericani i quali ci hanno separati a forza,perché altrimenti forse staremmo ancora a combattere di casa in casa. L’Europa ,nella quale ci hanno costretto a credere ,è risultato un flop spaventoso che,a tappe forzate ha fatto arricchire pochi e ha ridotto sul lastrico i più. Il trattato di Roma non doveva servire ad avviare una comunità economica;quelle si formano da sole,spontaneamente e molto meglio di come le possa concepire il più abile dei politici;doveva servire a creare il terzo blocco( cuscinetto) fra Stati Uniti ed unione Sovietica. Neanche quello è riuscita a fare; Non abbiamo un unico esercito, Un’unica polizia, Un’unica politica estera, Un unico sistema fiscale, Un unico ordinamento scolastico, Un ‘unica normativa ambientale. Solo una cosa abbiamo unificato: La moneta con un cambio euro Marco tedesco alla pari. E allora ,Vox, Ungheria, Austria, Lander, Lega, gilet gialli, in un crescendo che la Commissione Europea pensa di contenere, anzi di opprimere e sopprimere, a colpi di minacce di procedure d’infrazione, che tiene sospese sulle nostre teste come altrettante spade di Damocle; tanto, come ha dichiarato il commissario all’economia Moscovici, il tempo appartiene a loro, dove ci porteranno? Quello che stiamo vivendo è un momento molto pericoloso perché in campo vi sono due parti: una disperata l’altra esasperata. Quella disperata è composta da quanti,consapevoli che nel proprio Paese non potranno ambire nemmeno ad un posto in consiglio comunale,vedono avvicinarsi con terrore la scadenza di maggio 2019 ,e,in tale previsione si rifanno all’antica monito”muore Sansone con tutti i Filistei”. Dall’altra gli esasperati che hanno superato ogni limite di sopportazione rispetto alle angherie di quanti hanno affidato lo pseudo governo dell’Europa ad esponenti Lapponi, Lussemburghesi, Francesitrombati ed archeostorici che hanno resuscitato perfino la lega Anseatica. Non è più tempo di “fare a botte “anche se , onestamente prudono le mani. Speriamo che riesca a prevalere il buon senso specie in chi,avendo per altri sei mesi il coltello dalla parte del manico,dovrebbe capire che il tentativo di annientare la nostra cultura,le nostre storie e il nostro modo di vivere a colpi di sanzioni economiche,incontrerà sempre maggiori resistenze. Qualcuno avrà pensato di declinare in salsa europea il modello americano;ma ha sbagliato; Noi non siamo i discendenti di coloni,reietti,esiliati dalle rispettive madri patrie che hanno fondato una nuova Nazione; Noi siamo i discendenti di popoli sovrani che non hanno abbandonato le proprie rispettive patrie. Qualcuno dovrebbe riascoltare la famosa canzone di Renato Carosone e rendersi conto che neanche nelle canzonette riusciamo a diventare americani. Alfio Franco Vinci