Sembrerebbe che ad agitare le onde del Mar Mediterraneo dei Paesi meridionali d’Europa sia un vento sempre più xenofobo e razzista. Un panorama europeo, certamente non rassicurante, vede la nascita e l’ascesa di partiti sovranisti (Alternative für Deutschland in Germania, Alba Dorata in Grecia, Rassemblement National in Francia) e di figure ormai note quali Marine Le Pen, Viktor Orbàn e simili. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo nel 2014 hanno rappresentato un duro colpo per quel sistema che per molti decenni ha caratterizzato la cosiddetta “pax europea”, la quale soltanto due anni prima aveva fatto meritare il Premio Nobel per la pace all’Unione Europea. In Italia, in merito al tema delle migrazioni, il governo a guida Lega-M5S avrebbe dispiegato le vele del cambiamento prendendo, tuttavia, a modello quei paesi senza confini marittimi che hanno costruito dei muri alle frontiere – è il caso dell’Ungheria di Orbàn. Ma l’Italia è davvero un Paese euroscettico e xenofobo come lo ha definito qualche giorno fa Pierre Moscovici, Commissario europeo agli affari economici?
Se per il presunto euroscetticismo potremmo rigettare l’accusa di Moscovici, ricercando le cause anche nella responsabilità dell’Unione europea di non essere riuscita ad affrontare in maniera unitaria ed efficace certe problematiche – lo conferma anche l’uscita del Regno Unito dall’UE; per quanto riguarda, invece, l’accusa di xenofobia non possiamo ignorare certi fatti accaduti negli ultimi tempi. L’episodio che ha avuto maggiormente i riflettori puntati è quello di Macerata nel febbraio scorso, dove Luca Traini sparò a caso contro degli africani per le vie della città. Negli ultimi mesi sono numerosi i casi di aggressione. Per fare qualche esempio, il 26 luglio un migrante originario della Guinea e ospite di un centro di accoglienza nel casertano è stato colpito in volto con una pistola ad aria compressa. In Sicilia, a Partinico, un ragazzo senegalese di 19 anni, richiedente asilo, è stato aggredito da quattro persone, sempre lo stesso 26 luglio. E’ sotto gli occhi di tutti che manca una visione generale del problema. Non vi è una programmazione della politica, del governo, dell’Europa a lungo termine che guarda all’inclusione sociale dei migranti. Se ai sindaci sardi che stamattina hanno organizzato un flash mob a favore dei migranti, simulando uno sbarco vestiti da profughi, Giorgia Meloni ha risposto accusandoli di “razzismo verso gli italiani”, certamente è difficile immaginare una pacifica convivenza tra chi ha bisogno di aiuto e chi, invece, sta meglio, indistintamente dal fatto di essere straniero o italiano. La crisi economica del 2008 e dalla quale l’Italia ancora cerca di uscire, non può permettere agli italiani e all’Europa di “dimenticare” quei valori di pace, accoglienza e stabilità che fanno parte della loro identità.