“L’Italia non sia il far west. Questa è barbarie. Non è possibile che qualcuno spari dal balcone ferendo gravemente una bambina rom di un anno.” Questo il monito, forte e vibrante del Presidente Mattarella a proposito del ferimento della bimba in braccio alla mamma. Monito quanto mai opportuno e doveroso e certamente altrettanto sentito sul piano umano e del ruolo istituzionale. Peccato che nella foga e nel l’emozione della Sua alta esternazione il Presidente si sia lasciato andare aggiungendo una parola ”ROM”, che nulla aggiunge al nobile sentire dell’animo presidenziale, ma che, sul piano della opportunità politica equivale ad aver fatto entrare un elefante in una cristalleria. Cosa cambia rispetto al fatto, comunque esecrabile, che la bambina sia rom o italiana o di colore? Assolutamente nulla. A meno che, quando affermiamo che tutti gli esseri umani sono uguali, non abbiamo il retro pensiero che alcuni, a seconda delle stagioni politiche, siano più uguali. Sono e sarò sempre un cittadino rispettoso delle leggi e delle Istituzioni, anche perché ai miei tempi l’educazione civica era obbligatoria fin dalle elementari, ma un Presidente, custode della Costituzione, e quindi dei ruoli da essa assegnati ai diversi poteri dello Stato, dovrebbe valutare, nel mentre l’Unione europea, con apprezzabile ma inspiegabile solerzia, tenta di stoppare il Governo italiano dal programmato sgombero di un campo Rom, l’uso degli aggettivi che nulla di sostanziale aggiungono, ma molto di politico possono far sospettare. Ho sempre visto i Presidenti della Repubblica vestiti di scuro, come gli arbitri di calcio; chissà se a entrambi fanno corsi di arbitraggio e di uso del fischietto? (foto agenpress.it)