L'Italia repubblicana ha dovuto mantenere in vita qualche tratto distintivo della monarchia per non segnare troppa discontinuità con le tradizioni ed i costumi del precedente assetto dello Stato;un po' come fece la chiesa cattolica con alcune ricorrenze pagane,una per tutte il Natale fatto coincidere con la festa del sol invictus. Fu così che, a fronte della formalmente abrogata nobilta',nasce la nuova aristocrazia degli ordini meritori. L'Ordine al merito della Repubblica italiana, con i suoi Cavalieri, Ufficiali, Commendatori, Grandi ufficiali, Cavalieri di Gran Croce, Cavalieri di gran croce decorati di gran cordone, per coloro che hanno ben meritato verso la Repubblica. L'Ordine dei Cavalieri del lavoro,inizialmente concepito solo per i creatori di ricchezza e ,appunto,di lavoro; l'Ordine dei Maestri del Lavoro,per coloro che hanno ben meritato come prestatori d'opera; quello degli Alfieri del Lavoro per quanti, 25 ogni anno, si spera lavoreranno bene, avendo ben studiato. La mia non è irriverenza e nemmeno crisi di astinenza da mancata medaglietta, ma tutti questi roboanti titoli mi riportano alla memoria i " mega direttori naturali di tutto "dei libri di Paolo Villaggio", che erano tutti anche "Granduff lup mann vigliac etc......". Così come difficoltà di comprensione ogni volta mi procura la carica di Senatore a vita. Nelle motivazioni di nomina " motu propriu" del Presidente della Repubblica , che lo diviene a sua volta appena lasciata la carica,compare sempre l'incipit" per meriti......". Scusate, ma per premiare i meriti non è stato istituito L' apposito Ordine al MERITO della repubblica italiana (OMRI) con i suoi 6 gradi? E allora perché i Senatori a vita che ogni tanto si svegliano ed entrano in campo caricando "a gamba tesa", forti del loro vitalizio di status ed economico, non soggetto nemmeno a verifiche popolari e che, con il loro valore pari al 2% dei componenti la Camera Alta, a volte diventano determinanti? La domanda non ha e non avrà risposta ma il problema sta lì in mezzo al campo e bisognerebbe farsene carico. Ho seguito su La 7 a " l'aria che tira" le esternazioni della senatrice a vita Liliana Segre (nela foto, cattlica.it), nominata nel gennaio di quest'anno ,"Renzi imperante", che prima ha parlato una sola volta, il 6 giugno, per astenersi dal dare la fiducia all'attuale Governo, e che ,nell'intervento sui migranti, in realtà contro Salvini e la Lega, ha dato l'allarme sulla "rivalutazione del fascismo". Ha rievocato i campi di concentramento nazisti, dove andavano a finire i richiedenti asilo, paragonando "la schedatura degli ebrei" con il censimento dei ROM apolidi, concludendo che se questa è la nuova Europa lei non si fida più. Definire l'Italia "alle soglie di qualche sorpresa ,di situazioni che mi sarei aspettata di non vedere mai più",dopo aver evocato il nazifascismo, le leggi razziali ed i campi di concentramento, francamente è un po troppo anche per una reverenda senatrice a vita quasi novantenne. È' po' troppo specie quando queste esternazioni sono state precedute da una dichiarazione di astensione sulla fiducia lo scorso 6 giugno,"al buio". La Senatrice aveva già giudicato "a prescindere"... Cioè aveva giudicato prima; uesto si chiama " pre giudizio" e non mi sta bene ,da qualunque parte venga e contro chiunque sia rivolto.