Il SiFUS prende atto con soddisfazione della sentenza del Tar di Palermo, in quale in data 22 Marzo 2018, a seguito di ricorso fatto da alcuni dipendenti del Consorzio di Bonifica di Agrigento ha emesso sentenza, avendone esaminato esclusivamente la fase cautelare del ricorso; non ha invece esaminato ancora gli atti posti in essere dal governo regionale, dall'assessore all'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca Mediterranea, dal Commissario straordinario della precedente legislatura. «Il TAR si è limitatamente espresso sul parere della sospensione cautelativa rispetto alla Riforma Consortile, in quanto non produce un danno economico verso i ricorrenti». Commenta Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Confali Consorzi di Bonifica. «Pur nondimeno – spiega - una specifica istanza di prelievo del ricorso, lo farebbe incardinare con urgenza. Resta inteso che se il danno provocato dalla riforma Consortile non è ascrivibile ai soggetti ricorrenti, è pure vero che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e a carico di aziende zootecniche, aziende cerealicole, aziende agricole ed indotto. Gli stessi che ormai stremati dalla crisi congiunturale e politiche sbagliate del settore, subiscono pure gli aggravi contributivi indotti dai consorzi accorpati. Gli stessi agricoltori verrebbero inghiottiti dai debiti dei consorzi, a causa di una riforma che non prevede una norma liquidatoria, paralizzando di fatto le normali attività di programmazione e di gestione. Premesso ciò, il SiFUS chiede un impegno improcrastinabile da parte dell'assessorato Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca Mediterranea e da parte di tutto il governo regionale, nell'applicare la sospensione in autotutela della riforma Consortile; usando la normale amministrazione degli 11 consorzi (mai accorpati), in attesa di una riforma Consortile che possa definire ruoli e compiti di un ente che deve confrontarsi con l'utenza del mondo agricolo, la quale non può più pagare gli effetti della mala gestione».