
Convocati per le ore 12 dell’11 marzo 2025 da Servizi di Città Metropolitana di Catania, i sindacati storici hanno chiesto di anticipare il tavolo di confronto per averlo separato dal resto dei sindacati, che piaccia o non piaccia, rappresentano in egual misura i lavoratori.
Il presidente avvocato Giacomo Bellavia ha parlato di questa eccezione ribadendo il suo impegno di mantenere i tavoli unici, definendo quella di oggi una vicenda isolata e dannosa per i lavoratori.
Entrando nel vivo dei punti all’ordine del giorno si è parlato dei contributi da riconoscere al personale che ha svolto attività lavorativa disagiata in alta quota, per i lavori di spazzaneve e quelli di montagna. L’azienda si è detta disponibile a intervenire attraverso il welfare per un valore complessivo per lavoratore di 600€ e comunque nel limite del tetto previsto.
Al più spinoso punto dell’esodo quiescienziale proposto dal cda e dal presidente, che vedrà interessati 50 lavoratori che hanno già compiuto 60 anni e comunque non hanno ancora maturato i requisiti pensionistici, in funzione dei parametri verrà proposto loro un incentivo da quantificare, per permettere di chiudere questa fase entro 15 giorni.
Nell’intervenuto del Sifus è stato chiesto di conoscere quali iniziative siano state individuate da questa cordata per rilanciare un’azienda che risente il peso di un processo di smantellamento che è in atto da troppi anni e che ad un anno dal suo rilancio da ex Pubbliservizi, resta un carrozzone trascinato da opinabili scelte politiche.
Inoltre, l’intervento sindacale è stato un affondo che ha spostato il punto di interesse dalla triste situazione dell’esodo forzato e la carenza economica che porta a pietire contributi straordinari per sanare gestioni fallimentari, al fondamentale avvio di un processo di rilancio che restituisca dignità ai lavoratori e permetta di sviluppare attraverso fondi regionali ed extra regionali contribuendo fattivamente alla realizzazione di progetti immediatamente cantierabili per far vivere di luce propria un ente strategico qual é per una città come Catania geomorfologicamente collocata alle pendici dell’Etna sul percorso verso mare.
Il rilancio dell’azienda non avviene trattando con sufficienza la riduzione del personale attraverso sacrifici che scaturiscono da gestioni fallimentari, così come è emerso dal dato oggettivo comunicatoci per cui il passivo del 2024 è di 2 milioni di euro. E nella stessa misura ci si aspetta di chiudere l’anno in corso, qualora non si dovesse invertire l’indirizzo delle programmazioni.
Il presidente Bellavia ci ha anche comunicato che sono in corso verifiche per stabilire se gli oneri accessori agli stipendi siano realmente spettanti e rientranti nel contratto collettivo e/o negli accordi di secondo livello. L’abuso verrà eliminato.
A quel punto del confronto, il Sifus si è detto disponibile a dare delle indicazioni per sfruttare al meglio la questione dell’emergenza idrica, irrigua e climatica che terminerà il 5 maggio prossimo e ci sono risorse economiche disponibili sui fondi di sviluppo e coesione e i fondi Fesr per la bonifica dei territori e per favorire la regimazione delle acque. Giusto una parentesi, visto che il nostro caro governatore Schifani sembra avere più a cuore la rinascita dei dissalatori, lo invitiamo a rimettere in discussione la funzionalità degli enti che si occupano di manutenzione e pulizie del reticolo di scolo, motivo di morti e disastri ambientali causati dal precariato e dalla mancanza di programmazione!
Il cda ed il presidente si sono sentiti coinvolti e favorevoli dell’utilizzo dei fondi comunitari e presto si muoveranno in questa direzione.
Il Sifus ha ribadito l’importanza di non replicare il fallimento gestionale del passato per restituire dignità ai lavoratori e lasciare una città più vivibile e sostenibile per evitare lo svuotamento delle risorse umane che emigrano per non fare più ritorno. A loro dobbiamo assolutamente dare priorità.
Ernesto Abate, segretario generale regionale Sifus