Edmond Dantes Conte di Montecristo
"Quanto accade sistematicamente al reparto terapie oncologiche del Policlinico di Catania, se non pesasse drammaticamente su malati gravi, potrebbe rubricarsi come storia di ordinaria follia, o di mala sanità siciliana, ed invece è una vera propria iniuria humani generis; un insulto al genere umano..."
Il racconto è di una paziente di quel reparto, cui daremo un nome a caso, Miriam.
Orbene il giorno assegnato per la terapia i pazienti (che, forse i medici hanno dimenticato, non sono quelli che hanno pazienza, ma quelli che soffrono) si presentano alla struttura ubicata nella torre Due e devono salire, a piedi, al secondo piano, il tutto entro le 7,30 del mattino. Insomma, si assiste quotidianamente a uno sprint di fantozziana memoria.
Al secondo piano viene assegnato il turno in ordine di arrivo e i pazienti devono predisporsi ad aspettare in una sala d’attesa insufficiente per metri quadrati e per numero di posti a sedere.
Tanto per non perdere il filo: ricordiamo che si tratta di malati oncologici, che vanno a sottoporsi a trattamento chemioterapico, e che, ovviamente nella maggior parte dei casi non hanno la forza di reggersi in piedi.
Dopo 5 ORE DI ATTESA, dopo mezzogiorno, arrivano le terapie dalla farmacia dell’ospedale e, finalmente si inizia a “scorrere la graduatoria d’arrivo”.
Non sappiamo chi siano, e francamente non mi interessa saperlo, chi siano i responsabili del reparto e della farmacia. Sappiamo che, in ogni caso esiste un vertice dell’intera struttura che è macchiato di “culpa in eligendo e di culpa in vigilando “.
In eligendo perché non si possono programmare attese di questa durata per quella tipologia di pazienti e perché, poiché non si tratta di “codici rossi“ la farmacia dovrebbe programmare le consegne di primissima mattina.
In vigilando, perché di fronte a tali disservizi, non si può non ricercare i colpevoli, non solo per punirli ,ma per metterli alla gogna che meritano.
Di fronte a un simile quadro di squallore e di incuria, non si può non chiedersi, che fine hanno fatto:
Il giuramento di Ippocrate e l’Humana pietas.
E poi magari ci stupiamo della rabbia furiosa che si scatena negli ospedali?