Dallo scenario delineato dal Commissario Depurazione sulle soluzioni al problema degli scarichi a mare, nelle sue ultime conferenze stampa emergono conferme confortanti e prospettive sconfortanti.
E’ vero, “è una bestemmia che in Sicilia non si riesca ad usare l’acqua depurata”, ma l’argomento non è una novità; per questo il Comune di Catania è stato precursore, con Caltagirone e San Michele di Ganzaria, non solo con la realizzazione di interventi concreti, come una prima condotta verso le aree agricole del Consorzio di Bonifica già in fase di ultimazione alla fine del mandato del sindaco Bianco, ma a maggior ragione con le sue battaglie con la Regione nel 2015, in sede di nulla osta alla cantierabilità del progetto delle fognature, per ottenere l’approvazione anche dell’eliminazione della pretesa condotta sottomarina e l’impiego delle risorse liberate per favorire il riutilizzo delle acque in agricoltura e per le industrie, come prima opzione di allontanamento delle acque depurate, e soltanto in emergenza lo scarico sullo Jungetto e sul Buttaceto.
Nelle conferenze stampa non c’è stato alcun approfondimento su come e quando potranno essere rimossi gli ostacoli per un concreto riutilizzo in agricoltura e nell’industria, sicuro e conveniente. Sugli eventuali sviluppi verso la soluzione di queste problematiche il Commissario non ha fatto cenno, ma siamo certi che sono stati fatti concreti passi avanti.
Con piacere rileviamo anche l’attenzione posta dal Commissario riguardo al ricorso ad un fondo di rotazione, anch’esso ideato da tempo dal Comune di Catania e proposto a tutti i Commissari, per mettere al riparo il gestore da riflessi finanziari impegnativi in caso di eventuali ritrosie degli utenti ad effettuare tempestivamente gli allacci alle fognature, di loro competenza una volta realizzate, gestore che però, dato il tempo trascorso, non sarà più certamente Sidra.
Ma prima che il gestore possa attivarsi per realizzare i capillari confidando nel fondo promesso occorre che sia realizzata almeno gran parte delle vene e arterie, innanzitutto la “vena aorta”, e qui dopo 10 anni siamo in alto mare nonostante una disponibilità di fondi mai avuta prima.
Riguardo alla “vena aorta”, o meglio il vecchio allacciante, il Commissario ha mostrato la sua preoccupazione per la necessità di una completa riprogettazione. Ricordiamo che il progetto di Catania conteneva esclusivamente interventi puntuali per risolvere dei problemi circoscritti, quali il restringimento in via Etnea ed altri, perché sia il sifone di piazza Galatea che l’intero tracciato del vecchio Allacciante erano oggetto di interventi di competenza di altri e dovevano essere restituiti al Comune di Catania perfettamente funzionanti.
Nella conferenza stampa il Commissario, nella qualità di Presidente Sidra, ha dato preziosi suggerimenti agli Enti competenti, su come risolvere i problemi degli scarichi in Area Industriale e qui, purtroppo, ciò che sembra prevalere è l’incompetenza.
Oggi, dopo tre anni dalla presa in carico del servizio idrico integrato nell’area industriale, viene annunciato che occorre un progetto conoscenza, e poi la stesura di un progetto per le fognature e infine un finanziamento di 50 mln. Ma stiamo parlando di servizio idrico integrato e qui la competenza è di Sidra che, a nostro modesto avviso, avrebbe dovuto pretendere da Irsap le carte aggiornate sullo stato degli impianti e immediatamente dopo attivarsi a fare tutto ciò nel rispetto delle regole del settore. Innanzitutto allacciare al depuratore la fognatura esistente, sistemandola se necessario, e alleggerire il carico inquinante e di portata dei canali che sversano a mare.
Dalle parole del Commissario e Presidente Sidra abbiamo quindi ricevuto un resoconto delle cose fatte, in gran parte da chi lo ha preceduto, e di quelle future possibili, ma senza alcun impegno certo sui tempi.
Apprezziamo la prudenza, visto che una sua precedente dichiarazione, ovvero che il lotto V sarebbe stato appaltato entro il mese di giugno scorso, è risultata velleitaria.
Ciò non ha aiutato a fare chiarezza su quanto dovremo ancora aspettare per vedere Catania liberata dagli scarichi a mare di reflui non depurati e finalmente conforme alla normativa europea delle acque reflue la cui violazione, ci dice il Commissario, costa circa 50 milioni di euro ogni anno, mi auguro non agli incolpevoli catanesi.
A nostro avviso l’attività del Commissario non può ridursi a resoconto di un appaltificio, né all’impegno a “vigilare sul rispetto dei tempi” o “auspicare maggiori controlli da parte di altri”, perché è lui il soggetto che opera su più fronti e realizza responsabilmente, in prima persona, gli interventi con l’obbligo di stabilire tempi certi e rispettarli, per mantenere al centro della propria attenzione programmi concreti per il disinquinamento con estrema urgenza.
La costa il mare e l’economia turistica catanese non possono permettersi ancora per un numero indefinito di anni il lusso, o per meglio dire l’onta, di essere alla mercè di sbarramenti e derivazioni di corsi d’acqua, pompaggi impropri al depuratore o altre attività dagli effetti marginali, circoscritti, insufficienti.
L’Associazione "Catania nel cuore"