Franco Alfio Vinci
Uno armato di coltello, l’altro di pistola, vanno a incontrare un coetaneo per costringerlo a pagare un debito di droga, fornita per essere rivenduta.
Stiamo parlando di traffico di stupefacenti, per i due e di spaccio per il debitore, la vittima (Thomas Luciani).
L’incontro si conclude tragicamente, con decine di coltellate (25 per l’esattezza) inferte a turno dai due “creditori“, fino a determinare la morte del debitore, e vilipendio di cadavere per gli sputi e i calci inferti al corpo ormai senza vita.
Altrove, ma non solo all’estero, quando un comportamento criminale ha i connotati di una azione da adulti, gli imputati, a prescindere dall’età, quasi maggiore in questo caso, purché punibili, vengono giudicati con le norme penali previste per gli adulti, ergastolo compreso.
Altrove, ma non solo all’estero, poiché girare armati non è un comportamento normale, il fatto di andare, ad un più che prevedibile scontro, armati, è considerato di per se grave indizio di premeditazione.
Il GIP di Pescara non la pensa così, continua a definirli ragazzini, esclude la premeditazione, e, di conseguenza, ne alleggerisce la posizione processuale. Le sue parole sono da brividi sui killer: "Unico intento causare sofferenza…".
Altrove, ma non solo all’estero, per le considerazioni di cui sopra, i giovani “ presunti assassini, presunti profanatori di cadavere, presunti trafficanti di droga, presunti portatori di armi letali, sarebbero stati rinchiusi, in stato di detenzione cautelare preventiva, in una casa circondariale, e non in una struttura per minori.
Altrove, ma non Italia: la giustizia prende consapevolezza dello sgomento della gente “IL POPOLO ITALIANO“, ”NEL CUI NOME SENTENZIANO”, e dà risposte concrete, accantonando buonismo cerchiobottista nel nome di Azzeccagarbugli.
La conclusione è una sola;
“ Usque tandem abutere patientia nostra “?