Catania, dopo un anno di governo del centro destra, è diventata un <non-luogo> , che ci fa riflettere perché esso è uno spazio privo di storia, di identità e di interconnessioni tra individui che pensano solamente ed esclusivamente al loro tornaconto e formano un grande sistema a rete che regge il micro capitalismo catanese.
Oggi la nostra città non è più in grado di essere punto di incontro di un collettività come era un tempo; ed è bensì centro di smistamento, di transito fugace, senza che nessuno li minacci per far sì che ogni piccolo politicante possa raggiungere i propri obiettivi primari.
Quali? Anche l’appiattimento dei rapporti sociali su un piano di maggiore orizzontalità sulla sola dimensione personalizzata e ridurre l’impegno politico ad una semplice dinamica a far passare “leggine” in virtù di 30 consiglieri maggioritari in grado di condizionare per altri 4 anni ogni forma di rielaborazione collettiva e sociale.
Tutto questo è una forma desueta del Capitalismo Tecnico Nichilista? La risposta non è facile. I politici-capitalisti-qualunquisti hanno perfettamente capito che l’uomo autonomo è coerente, capace di fissare i propri obiettivi e di perseguirli con determinazione, vincendo le mediocre resistenze di avversari inetti, senza valori reali e sconosciuti. Mentre gli eletti non hanno inventato la distinzione tra <valore d’uso> e <valore di scambio>, ma la capisce e la sfrutta, in straregie del “marketing del voto”, riassorbendo qualunque idealismo sociale riportandolo in voti-ciliegia, ad una ad una!
Ovviamente, ragionando così, il vincitore non è Enrico Trantino, alieno da tutta questa filosofia politica, tutt’altro; bensì Daniele Bottino con 2.318, Salvatore Giuffrida con la rediviva Democrazia Cristiana e 1.527 preferenze e Giovanni Petralia di Forza Italia con quasi 1.800 voti; ma il “miracolo di Catania” è lo studente universitario in Scienze Politiche poco più che ventenne Piero Maria Carlo Capuana, delfino di Francia di Daniele Capuana, ex uomo politico d’altri tempi (che ha provato ancora una volta a diventare sindaco di Motta, senza successo), ma sempre vigile ai cambiamenti della nostra città.
Ecco perché il Centro-Sinistra non esiste più: non ci sono più vedette d’alto bordo, né un substrato social-comunista, né ci sono uomini che lottano ogni giorno per migliorare la nostra città. Ed infine ci sono le formichine silenziose che puntano ad occupare l’intero spazio dell’immaginario, anticipando, o riassorbendo, qualunque dinamismo sociale riportando all’interno dell’intero ciclo produttivo migliaia di voti.
Il solo Movimento Politico Catanese, ispirato alle dottrine del grande Sindaco Giuseppe De Felice Giuffrida, avrebbe potuto in seno al consiglio comunale proporre qualche novità social-politica, ma, purtroppo, senza un substrato di un grande elettorato non si canta Messa!