Domenica 2 giugno alla ore 10 le Associazioni Ambientaliste CLUB ALPINO ITALIANO, GRE, ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE SICILIA, LIPU e WWF, con il sostegno e l’adesione di diverse altre associazioni, organizzano un sit in di protesta contro la recente autorizzazione rilasciata dall’Ente Parco delle Madonie per la realizzazione di un osservatorio astronomico sulla cima della Mufara, in piena zona di tutela integrale e a ridosso della faggeta più meridionale d’Europa e delle Serre dolomitiche della Quacella. Il progetto presentato interessa una superficie di 800 mq, con 3.540 mc di volume edilizio ed un’altezza di oltre 13 m fuori terra, con annessa pista carrozzabile per l’accesso sulla cima della montagna.
L’iniziativa ricade nell’ambito delle azioni intraprese da anni a difesa della integrità della Mufara, uno dei siti di maggiore interesse naturalistico del Parco delle Madonie ed emergenza geologica tutelata anche dal Geopark-Unesco, per fare rispettare le norme ordinarie a tutela delle aree protette e del paesaggio, per annullare dinnanzi al TAR le autorizzazioni rilasciate e far dichiarare l’incostituzionalità dell’art. 9 del D.L. 104/2023, che ha previsto che gli osservatori possono essere autorizzati in deroga ai vincoli di tutela.
Le Associazioni ricordano che la procedura è fortemente viziata, mancano il parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico del Parco, il decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente per le opere di interesse statale e non si hanno notizie dell’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo che nel 2022 ha declarato la improcedibilità dell’opera .
Ed a tutt’oggi inoltre non si conosce se il progetto è stato adeguato in conformità alle prescrizioni in materia di valutazione di incidenza che impongono delle modifiche importanti.
Il fatto di aver dovuto fare ricorso ad una norma derogatoria, come quella prevista dall’art. 9 del D.L. 104/2023, conferma la correttezza della posizione assunta dalle Associazioni Ambientaliste da oltre due anni e cioè che le norme ordinarie non consentirebbero la realizzazione dell’osservatorio.
In questa vicenda emerge l’inaccettabile rifiuto da parte dei proponenti (Azienda spaziale europea e Azienda spaziale italiana), della Regione e dei Comuni madoniti ad ogni confronto di merito e l’arrogante scelta di modificare le leggi ordinarie dinnanzi ai dinieghi ricevuti, da quello del Consiglio dei Ministri del 20 aprile 2023 con l’impugnativa dinnanzi alla Corte Costituzionale della prima deroga disposta dalla Regione a quello successivo della Soprintendenza ai Beni Culturali del 9 agosto 2022.
Quest’opera non ha nulla a che vedere con la ricerca scientifica in un’area naturale protetta e va fermata: l’Osservatorio va ridimensionato e collocato in un’area del Parco più idonea e meno vulnerabile.
Le Associazioni CAI, GRE, ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE, LIPU, RANGERS D’ITALIA e WWF chiedono ancora una volta di evitare di forzare procedure e alimentare contenziosi, ma di perseguire invece le soluzioni alternative possibili proposte da mesi e che riguardano la ricerca di un sito alternativo (come Monte San Salvatore) e la contestuale modifica del progetto che prevede attualmente spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica.
Al sit in di domenica 2 giugno hanno aderito anche AIGAE Coord. Sicilia, AssoCEA Messina APS, Assoguide, Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, CEA Von Humboldt, Federescursionismo Sicilia, Società Siciliana di Scienze Naturali.