Accadeva ieri mattina lo sgombero dello studentato 95100 e del consultorio Mi Cuerpo Es Mio situati in via Sant’Elena a Catania. Un edificio appartenente alla biblioteca civica Ursino-Recupero, dismesso e conseguenzialmente occupato nel 2018 da studenti e studentesse del centro sociale “Liotru”. Cinque del mattino, flex alla mano per aprire la porta di ingresso e poi spintoni e urla per far uscire i cinque ragazzi che dormivano all’interno della struttura abitativa. Inizia così l’operazione di sgombero disposta dalla questura etnea.
Schieramenti contrapposti
Tesi su due fronti, studenti e forze dell’ordine schierati li uni di fronte agli altri per tutta la giornata di ieri durante il presidio permanente a cui, nella mattinata, dopo aver saputo la notizia dello sgombero, tanti e tante sono accorsi. Negli sguardi tra le forze dell’ordine e gli/le studenti e studentesse, si cerca una spiegazione dell’accaduto. Contro la banalità del male di chi agisce sotto un ordine, le parole delle attiviste sono taglienti. A sconvolgere gli animi è stata soprattutto la modalità di come lo sgombero è avvenuto. Non una notifica né un avviso preventivo come di consueto. «Un’irruzione violenta alle cinque del mattino» sottolineano i ragazzi e le ragazze che dormivano all’interno della struttura. «Dentro i nostri spazi cerchiamo di creare un clima di accoglienza e rispetto reciproco, due valori che lo stato non è in grado di dimostrare» continuano, denunciando i lividi che una di loro si è procurata durante lo sgombero. Il presidio permanente si è poi spostato alla palestra Lupo «per reagire e organizzare i prossimi passi».
Gli studenti e le studentesse contro «l’ipocrisia dello stato»
«Un’operazione di violenza insensata» affermano le attiviste che abitavano la struttura e che gestivano il consultorio Mi Cuerpo Es Mio. Proprio mentre i media nazionali erano inondati dalle immagini dei funerali di Giulia Cecchettin e dopo aver assistito a un mia culpa generale delle istituzioni, “profondamente scosse” dagli episodi di femminicidio e intenti a sbandierare “valori femministi” durante la giornata contro la violenza sulle donne; in una città dove l’arretratezza sanitaria è un grave problema oggettivo: un consultorio autogestito in cui psicologhe, dottoresse e avvocate offrivano, regolarmente, le loro competenze a donne vittime di violenza di genere, viene sgomberato.
«Il consultorio non esiste più»
«Oggi pomeriggio avremmo dovuto avere dei consulti con delle donne che hanno subito abusi sessuali» -racconta Lara Torrisi attivista di Non Una Di meno- «Dopo tanto lavoro dovremmo dire a queste donne che il consultorio non esiste più».
Tutto questo, all’improvviso, sembra non avere senso. Provando ad uscire dallo schema di “ciò che fa notizia” e analizzando il contesto cittadino che ha subito nel giro di pochi mesi due grandi operazione di sicurezza pubblica, risulta semplice ricostruire gli intenti politici che la nuova amministrazione catanese intende perpetrare.
Cosa c’entra San Berillo con lo studentato?
Avevamo appena smesso di parlare del caso San Berillo ma questo risulta essere uno specchio conforme allo sgombero dello studentato 95100. Stessa tattica, luogo diverso. Un’ irruzione improvvisa all’interno del quartiere storico della città. Un’irruzione improvvisa all’interno di uno studentato e di uno dei pochissimi consultori in città. Nessun avviso ad associazioni e attivisti.
Sono in molti a faticare nel comprendere l’utilità di un avviso preventivo dello sgombero poiché questo potrebbe semplicemente far perdere di valore ed efficacia l’obbiettivo dell’operazione di sicurezza stessa. Per comprenderne l’importanza è però necessario chiedersi, verso chi l’obbiettivo degli sgomberi è rivolto. Di fatto, gli unici a perdere davvero non sono gli attivisti né i volontari ma i destinatari degli spazi e dei servizi sgomberati dalle forze dell’ordine. In questo caso alle donne vittima di violenza. Un consultorio chiuso dall’oggi al domani, senza nessun avviso diventa allora un terribile shock per chi aveva deciso con fatica di rivolgersi a questo servizio gratuito.
I fortini preziosi della città
Un'altra caratteristica in comune tra San Berillo e lo Studentato 95100 può aiutare a comprendere il quadro generale della vicenda: la posizione strategica in cui sono collocati. Il primo è il quartiere più storico della città, vicino alla stazione e a un passo da Piazza Stesicoro. Il secondo è un palazzo antico, coi tetti a volte a un passo dalla via Crociferi. Due luoghi estremamente turistici quanto popolari. In una città che si dichiara pronta a “riqualificarsi” per rendersi quanto più abitabile… dai turisti, questi due luoghi diventano fortini preziosi per adempiere a questo scopo. Niente di strano allora. Quali saranno i prossimi luoghi che subiranno interventi simili? La risposta, guardandosi intorno, risulta essere piuttosto banale.