Pochi giorni fa, le nostre sigle hanno messo in guardia il pubblico e le istituzioni sui rischi che la procedura di abbattimento dell’aerostazione Morandi possa creare un danno da due a quattro miliardi l’anno. Confermiamo i dati e contestiamo quanto affermato pubblicamente da alcune fonti circa l’aumento del traffico degli aeroporti siciliani.”
A dichiararlo è Claudio Melchiorre, presidente del Movimento Mec e analista economico.
Gli esperti delle associazioni e dei comitati dei consumatori e delle piccole imprese, ricordano le previsioni IATA e anche la tendenza economica nel settore aeronautico della Sicilia.
“Mentre ancora esistono aree del mondo nelle quali il traffico aereo stenta a riprendersi, dopo la crisi Covid, l’elasticità della domanda di trasporto aereo siciliana è stata impressionante. Nel 2023, nonostante il grave blocco dell’aeroporto di Catania, il traffico è tornato ai livelli del 2019, e promette una crescita ben superiore al 3,4% annuo della media prevista da Iata, l’organizzazione mondiale del trasporto aereo.”
Secondo l’analisi di Mec, Vussia e Bebo anche i ricavi per i vettori aerei sono in forte crescita in Sicilia, con una media di costo del biglietto aereo in estate di circa 197 euro, mentre adesso, in bassa stagione, si è stabilizzata attorno ai 130 euro. ‘Cifre che garantiscono ricavi per i vettori tra gli 80 e i 150 euro per biglietto. Impressionante, se si considera che in Sicilia non c’è traffico per il lungo raggio.”
Di fatto, questi dati spiegano, secondo i consumatori, che la pressione della domanda di trasporto verso la Sicilia è fortissima.
I consumatori spiegano che il caro voli ha questa ragione e la fame di posti in arrivo e partenza è molta.
“Abbiamo bisogno dai tre ai cinque milioni di passeggeri in arrivo in più entro il 2026. Se si demolirà la Morandi questa boccata di ossigeno sarà impossibile e i siciliani dovranno pagare ancora di più per partire o tornare a casa.”
La questione, secondo i consumatori è quindi su chi preferisce spendere denaro pubblico per una demolizione che in questo momento è sbagliata e provoca danni che possiamo calcolare, su base decennale, in quaranta miliardi.
“A pagare questo conto saranno le imprese e i consumatori siciliani. Il mondo politico, se resterà in silenzio e se non responsabilizzerà i loro rappresentanti nelle governance degli aeroporti siciliani e di Catania in particolare, si assumeranno la corresponsabilità di danni che nemmeno il PNRR potrà sanare.”
I consumatori fanno anche notare che i costi della sola demolizione della Morandi superano di molte volte l’investimento economico per riattare i settemila metri quadri disponibili per garantire subito l’aumento del traffico.
“Condividiamo la previsione del raddoppio del traffico mondiale entro il 2040 e quindi l’esigenza di una nuova aerostazione entro quella data. Ricordiamo però che la Sicilia supererà queste previsioni, se i passeggeri potranno contare su un sistema dei trasporti adeguato. Già nel 2035 potremo avere quaranta milioni di passeggeri, con un giro d’affari complessivo tra i trenta e i quaranta miliardi per anno, vale a dire circa il 40% in più dell’attuale Pil siciliano e dei lavoratori occupati. Se demoliamo la Morandi da dove passeranno questi flussi? Non certo da Comiso, con i suoi soli due gate e ancora oggi ignorata nei piani di sviluppo dell’aeronautica civile, in favore di un sistema cargo che non ha, allo stato, i presupposti industriali e produttivi fondamentali.”
La domanda che pongono i consumatori è quindi: “Chi vuole stoppare la crescita del traffico aereo siciliano e perché? Si tratta forse di spendere soldi male e senza alcuna visione dei trend fondamentali?”