
“Così non è possibile andare avanti. I lavoratori operano senza ricevere pagamenti e l’ODA di Catania non riesce a dare risposte. È da più di 20 anni che il problema stipendi affligge gli operatori dell’Opera Diocesana Assistenza, ma negli ultimi tempi la situazione sta sfuggendo di mano. I lavoratori sono lasciati a loro stessi, i sindacati coinvolti si muovono ognuno per conto proprio e non hanno la forza di organizzare manifestazioni di protesta…”. Parla così un lavoratore dell’Oda - nome di fantasia Mario - che ha contattato la nostra redazione per informarci della gravità della situazione, lamentando l’assenza di pagamenti dallo scorso agosto e i motivi del grave ritardo.
Mario è scoraggiato, con un tono della voce depresso: “Addirittura è stato modificato in peggio il contratto di numerosi operatori, che hanno subito fatto ricorso arrivando agli avvocati, ma ancora non c’è stato alcun processo. Tra i sindacati dei lavoratori, solo l’Usb (Unione sindacale di base) ha denunciato questo disagio, scrivendo una lettera all’ispettorato in cui è stato chiesto un incontro, che però non si è ancora tenuto…”.
Mario ci ha informato anche di una presunta e beffarda situazione nei confronti suoi e degli stessi colleghi: “I soldi che non vediamo da agosto, con ottobre ormai maturato, sarebbero destinati ad altre figure lavorative in pensione, chiamate a gettone per ricoprire determinati ruoli; peraltro il loro compenso è anche cospicuo. Molte persone sono state licenziate, diversi settori chiusi”.
Nemmeno la lettera inviata dagli operatori dell’ODA a monsignor Luigi Renna è riuscita a mostrar loro un barlume di speranza, in quanto l’arcivescovo avrebbe “scaricato” le responsabilità all’Asp, asserendo che si tratterebbe di un semplice ritardo. “In realtà il pagamento è arrivato ma i soldi sono scomparsi - precisa Mario - inoltre, nessun incontro è stato fissato, nonostante la richiesta esplicita dei lavoratori, i quali sono stati ancora una volta ignorati”.
"Il disagio provocato dal mancato pagamento per tre mesi consecutivi - quello di agosto è lo stipendio maturato a luglio - si ripercuote giustamente anche su chi usufruisce dei servizi dell’ODA; chi si assenta per malattia non viene sostituito, aumentando così il carico di lavoro di ciascun operatore, mentre i dipendenti amministrativi ormai in pensione in sostanza diventano dirigenti”.
Mario ha definito sé stesso e i colleghi come “degli strumenti nelle loro mani”, ricordando infine che coloro che in passato hanno denunciato la situazione pubblicamente, hanno perso il posto di lavoro, salvo poi riottenerlo dopo aver vinto la causa in tribunale.
A oggi dall’Oda nessun segnale. Aspettiamo fiduciosi.