In una città invasa da macchine e turisti una performance errante ha attraversato la via Etnea di Catania durante il pomeriggio del 15 settembre: Giornata mondiale contro i combustibili fossili. In tutto il mondo infatti, molteplici organizzazioni e movimenti (tra cui il Friday For Future ) hanno manifestato per questa ricorrenza.
Morte dell'Italia: un corteo funebre sfila a Catania
I ragazzi e le ragazze di Friday For Future Catania (e non solo) con espressioni cupe ed abiti neri hanno sfilato composti, reggendo tra le mani fiori variopinti e candele accesse. Una musica lugubre accompagnava i loro passi lenti e dietro ai manifestanti, una bara in cartone con la bandiera italiana appogiata di sopra.
«Oggi, per la giornata contro i carbonfossili, abbiamo deciso di iscenare il funerale dell'Italia, come simbolo di milioni di morti che sotto i nostri occhi stanno avvenendo a causa del cambiamento climatico e dell'inquinamento», spiega Alice Quattrocchi, portavoce del movimento, palesando così lo scenario: ambiguo (per i passanti) ma originale come strumento per un messaggio, che i ragazzi e le ragazze di Friday For Future hanno scelto di divulgare.
«Gli scioperi continuano a non bastare »
I «Global Strike» sono ciò che hanno reso il movimento di Friday For Future famoso in tutto il mondo: delle manifestazioni di portata mondiale in cui simultanemante studenti e studentesse, in diversi paesi del mondo, scioperano contro il cambiamento climatico.
Gli sforzi e le proteste del movimento non sembrano bastare per agire concretamente su una situazione climatica ormai disastrosa. «L'alluvione in Emilia Romagna, i numerosissimi incendi in Sicilia, le violente grandinate verificatesi la scorsa estate in Lombardia», elenca Alice, marcando il pericolo verso cui l'intero pianeta sta andando in contro a causa di un eccessivo inquinamento, ormai quasi oltre la soglia sopportabile per la vita degli esseri umani. Gli scioperi continuano a non bastare e il Friday for Future lo sa.
Decarbonizzazione…immediata!
«No ad ulteriori investimenti sui combustibili fossili» questo è ciò che chiede il movimento in occasione della giornata mondiale contro un tipo di combustibile che ad oggi, alimenta la maggior parte degli impianti industirali mondiali e che continua ad essere impiegato nonostante i gravi danni cliamatici che comporta. «L'intero sistema è basato sui combustibli fossili, preferito da istituzioni e imprenditori per interessi economici - continua la portavoce del FFF- noi chiediamo una decarbonizzazione immediata della nostra economia».
“Ecoansia”, la malattia della nostra modernità
Il funerale dell'Italia: un messaggio simbolico forte, ad oggi ancora troppo poco comprensibile per i molti scettici riguardo al tema del cambiamento climatico. Oltre alle molteplici morti registrate in pochi hanni a causa del cambiamento climatico, in aumento anche i soggetti affetti dall' “Eco ansia”, un fenomeno sempre più diffuso soprattuto tra i giovani. Il termine rimanda all'ansia generata da una costante incertezza verso il futuro( messo in pericolo dalle condizioni disastrose in cui versa il pianeta terra) e dall'impossibilità di agire davanti a un pericolo così grande come quello legato al clima e al surriscaldamento globale. A preoccupare i giovani, più dell'imminente crisi climatica, è il senso di abbandono generato in loro dall'inadeguatezza dei politici: fermi a guardare il futuro dei ragazzi andare in fumo.
Guai allora a chi si appella ai ragazzi additandoli come disinteressati: il futuro del mondo dipende dal benessere mentale dei giovani e dalle risorse che il pianeta terra può offrirgli.