La Gazzetta dello sport dà notizia che la nuova proprietà della U. C. Sampdoria ha trovato l’accordo con l’Agenzia delle Entrate per la riduzione del debito tributario accumulato, ben 50 milioni di €, ad € 17 milioni pagabili in dieci anni.
Si legge testualmente sulla rosea che così è stato: ”Ufficializzato l'atto formale che ribadisce il percorso virtuoso compiuto in questi primi tre mesi di lavoro dalla nuova proprietà per sanare la voragine debitoria lasciata dalla gestione precedente. In parallelo era già stata trovata l'intesa della società con tutti gli altri creditori, che avevano pure loro accettato di ridurre i rispettivi crediti con il vantaggio di avere la garanzia di incassare comunque una parte delle cifre a loro spettanti, poiché un eventuale fallimento del club avrebbe azzerato ogni possibilità di recuperare i crediti”.
Questa notizia, da sportivi e cittadini di questa Repubblica (tutti uguali secondo l’art. 3 della Costituzione…) ci fa immenso piacere.
Tuttavia, anche se ormai di tempo ne è passato tanto, non possiamo fare a meno di chiederci ancora oggi: perché si è fatto fallire il vecchio Club Calcio Catania 1946, che aveva un monte debiti molto inferiore ed un asset come Torre del Grifo ?
Perché la direzione regionale dell’ Agenzia delle Entrate di Palermo andò contro la sede di Catania che si era espressa favorevolmente?
Ed i creditori privati?
Perché, invece di assicurarsi una percentuale delle somme da riscuotere, sia i creditori pubblici che quelli privati hanno optato per il fallimento senza, in tal modo, percepire un centesimo?
E come mai la curatela sta letteralmente facendo andare in malora Torre del Grifo ormai preda dei vandali?
Insomma, qualcuno tra i tanti che allora quotidianamente rilasciavano dichiarazioni, vorrà avere la compiacenza di spiegare perché quella vicenda si concluse in maniera diversa rispetto alla Sampdoria (tenuta in vita malgrado stipendi pagati in ritardo, tanto è vero che ha iniziato il campionato con una penalizzazione di due punti… !) ?
Ci rendiamo conto che oggi come oggi Catania (e i catanesi con le loro responsabilità storiche …) non gode (per ragioni a tutti note ) di alcuna considerazione in campo nazionale (e financo internazionale, dopo le vicende aeroportuali…), ma a tutto c’è un limite!
E questo limite forse, anzi senza forse, sembra superato da tempi immemorabili, senza alcuna prospettiva futura.