«Il danno all’immagine del distretto, alle attività produttive, al comparto turistico non è immediatamente computabile. Si può però intuire ammonti a centinaia di milioni di euro, per l’incapacità di pianificare contromisure nel caso in cui si verificasse uno degli eventi di crisi più probabili all’interno dell’aeroporto, quale un incendio. Non si è trattato di un’invasione di rinoceronti, ma di una propagazione, per un tempo limitato, di fiamme. E nessuno era preparato a fronteggiarlo, a reagire e a adottare soluzioni che impedissero quel che si è verificato ai danni dei passeggeri».
«Più grave ancora – per il sindaco – sarebbe minimizzare, come se nulla fosse accaduto, in un insipiente moto di irresponsabilità. I gravissimi danni sono l’effetto dell’incapacità a gestire gli eventi da parte di chi aveva il dovere di prevenire l’aggravamento della crisi, di correggerne gli effetti ed eliminarne le cause. Né pare, ancora, responsabile lamentare una deriva mediatica quando le disfunzioni, le inefficienze e l’insipienza sono state documentate in diretta con foto e video il cui contenuto è inconfutabile».
Quanto accaduto in seguito all’incendio del 16 luglio ci impone di considerare la prontezza delle soluzioni predisposte per contrastare l’emergenza e fornire la migliore assistenza ai passeggeri, i cui voli erano previsti in partenza e arrivo all’aeroporto di Catania fino al 6 agosto scorso".
Chiaro e senza equivoci. Il sindaco Enrico Trantino ha detto questo durante l’assemblea dei soci dell’aerostazione etnea, convocata a
seguito dell’incendio avvenuto la sera dello scorso 16 luglio al Terminal A, chiedendo le dimissioni delconsiglio d'amministrazione Sac.
"Un territorio che vive di turismo ha bisogno di sapere che tutti gli attori istituzionali che contribuiscono a determinare la narrazione, da cui dipende l’attrattività delle proposte di viaggio, abbiano posto in essere ogni adempimento in loro potere per evitare nocivi danni di immagine", continua la relazione. Da qui le considerazioni del sindaco Trantino sulle strategie adottate per affrontare compiutamente la criticità e sulle iniziative intraprese per garantire la migliore assistenza all’utenza.
"Nella relazione sull’incendio inviata da Sac, a pag 2 si legge che il progetto di adeguamento antincendio del Terminal A è stato approvato da Enac, in linea tecnica nel 2018 e in linea economica il 09.03.2020, ma che gli adeguamenti sono in corso di esecuzione e devono concludersi entro il 7.10.2023. Senza anticipare temi che saranno sviluppati al termine dell’indagine, abbiamo il diritto di sapere da cosa dipenda il mancato adeguamento in una più breve tempistica", ribadisce Trantino.
Per Enrico Trantino «affiora, in via diretta, negli atteggiamenti dell’amministratore delegato e del vice presidente con i ripetuti messaggi divulgati nel periodo di crisi, e in via indiretta, dei consiglieri di amministrazione, per non avere mai sollecitato specifici interventi per reagire al crash dell’aeroporto, un’imbarazzante approssimazione, come se la tutela degli utenti non li riguardasse. Eppure, la qualità dei servizi e delle attività costituisce specifica policy aziendale».
Giustamente il sindaco sottolinea che «l’aeroporto costituisce l’inevitabile biglietto da visita di un territorio e impone specifiche capacità gestionali. Ci sarà il momento in cui approfondire il tema delle cause dell’incendio e di eventuali responsabilità; ci sarà il momento per capire per qual motivo non sia stato realizzato il contratto di programma 2012-2014; così come ci sarà quello in cui affrontare i motivi per i quali, avuto riguardo al risultato di gestione netto per il 2022, Catania ha prodotto 9 milioni di utili per 10 milioni di passeggeri; mentre Venezia ne ha realizzato 94 milioni per 11 milioni di passeggeri e Napoli 57 milioni per 10,9 milioni di passeggeri».
"La relazione sull’incendio del 16 luglio contiene uno specifico capitolo (6.1.1) dedicato al Business Continuity, ma non emerge quale fosse il programma specificamente predisposto. Anzi, suscita perplessità leggere che è stata immediatamente avviata un’attività di studio e di analisi dei livelli di capacità operativa, senza che sia dato comprendere in cosa consistesse l’analisi, e se essa fosse il prodotto di un Piano di Crisis Management che contemplasse preventivamente strategie di Business Continuity, di cui non abbiamo notizia. Saremmo inclini a pensare il contrario considerato che, a p.11 della Relazione, si legge che in data 17.07.23 veniva convocato il Comitato di Coordinamento Aeroportuale (CCA), organo preposto alla gestione della regolazione del traffico aereo su CTA in caso di eventi distruttivi non già previsti da idonei piani di emergenza", sottolinea Trantino nella sua relazione.
"Fin dall’inizio è apparsa chiara l’inesistenza di un piano di gestione dell’emergenza, al punto che non risultava presa in considerazione neanche una sede da destinare alla “cabina di regia”. Chi – come il sottoscritto – si è recato la stessa notte dell’incendio all’aeroporto, ha potuto verificare l’estemporaneità delle condotte e l’inesistenza di un programma di contrasto della crisi, al punto di avere gestito io i passeggeri del volo Air Arabian Catania – Casablanca, offrendo pernottamenti in albergo alle famiglie con bambini (poi rifiutati per intervento di alcuni capi famiglia che speravano in un più tempestivo volo di rientro): nessun membro del personale appariva istruito sulle procedure da seguire, nessun dirigente sapeva come reagire e le poche soluzioni venivano approntate grazie all’intervento della Protezione Civile. Le ore successive consolidavano la certezza dell’inesistenza di un programma di resilienza, accentuando la condizione di disagio – se non di sofferenza – patita e denunciata da tantissimi passeggeri", si legge.
"Adesso è il momento di trarre le conseguenze; poiché non è possibile che chi sbaglia si autoassolva. È solo una questione di buon senso e amore per il proprio territorio su quanto esposto chiedo che il Collegio Sindacale ai sensi dell’art. 2408 c.c. recepisca questa relazione - che deposito perché venga posta agli atti della società - quale denunzia di fatti censurabili e ne riferisca in assemblea senza ritardi e presenti le sue conclusioni e formuli proposte. E ciò anche con riferimento agli obblighi propri su di esso incombenti di vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto; infatti la mancata adozione di assetti organizzativi adeguati costituisce sicuramente violazione di legge e segnatamente dell’art. 2086 c.c. (peraltro i fatti denunziati avranno sicuro sicuro riverbero sull’equilibrio economico - finanziario prospettico della società nonché sul valore della partecipazione azionaria da ciascun ente posseduta). Da ultimo chiedo a nome della città di Catania e della Città Metropolitana, che l’intero CdA rassegni le dimissioni; anticipando che, nel caso in cui ciò non avvenisse, sarei costretto a intraprendere iniziative giudiziarie attraverso cui sollecitare una verifica, oltre che sugli inadempimenti rassegnati, anche sul rispetto della normativa antincendio e di sicurezza e in ordine a tutte le criticità amministrative e organizzative della società".