Pubblichiamo la nota dell'avvocato Antonio Fiumefreddo, presidente Fondazione Fabbrica sulla gravi difficoltà a Catania a causa del black out elettrico prolungato e della conseguente mancanza d'acqua
Da qualche giorno si è interrotta la fornitura di energia elettrica in interi quartieri della città e persino in alcuni ospedali, cosicché, molti cittadini sono rimasti senza luce, senza climatizzatori, senza protezione per la conservazione degli alimenti e si può solo immaginare l’enorme danno agli esercizi commerciali. Non è dato neppure sapere con chiarezza cosa sia accaduto, ma in casi come questi, con temperature estreme assolutamente prevedibili e previste, forse sarebbe stato saggio e lungimirante da parte del gestore della rete fare per tempo gli interventi di rinnovo delle linee e di maggiore capacità di carico delle stesse.Ci sono in questo momento persone lasciate in drammatiche condizioni, soprattutto gli anziani ed i malati, collegati a presidi sanitari salvavita che tuttavia non possono essere attivati senza la corrente elettrica.Qualcuno ha un censimento di queste realtà?Le ASP esistono ancora e si sono attrezzate ad intervenire? Non mi pare, se è vero che persino nelle terapie intensive ci sono problemi di carico dei gruppi elettrogeni.Questa condizione si somma a quell'autentica vergogna che è rappresentata da quanto sta accadendo in aeroporto, con un danno per le nostre comunità inestimabile mentre in molti quartieri manca anche l’acqua.Probabilmente, in tanti stanno sottovalutando il limite alla pazienza raggiunto dalla popolazione catanese, stanca anche del gioco a rimpiattino della politica, con chi detiene incarichi importanti, anche ministeriali, silente per non disturbare gli amici piazzati in posti di delicatissima responsabilità.Non vorrei essere nei panni del sindaco di Catania, catapultato in una condizione di pericolosissima distruzione provocata da altri, con strumenti assolutamente inadeguati ed esposto alla rabbia dei cittadini.Ma tutti gli altri, e non solo i politici, dove sono stati, dove si nascondono?Credo sia arrivato il momento di una mobilitazione civica che non si affidi solo ai social ma che sia capace di scendere in piazza, senza bandiere né violenza di alcun tipo, ma con un messaggio chiaro che arrivi a tutti: non siamo più disposti a subire che questa nostra amata città, che le nostre famiglie, le nostre attività, muoiano per mano di un manipolo di incapaci!
Antonio FiumefreddoPresidente Fondazione Fabbrica