di Alfio Franco Vinci Una cosa è certa; il catanese medio è più confuso che persuaso. L’avvio della campagna elettoraleSembra un tutti contro tutti che non lascia presagire nulla di buono per la città e per i suoi abitanti.Lunga la lista d’attesa per salire sul carro del vincitore;nessuna prenotazione per il carro del “ combattente.La questione di fondo sta nel fatto che , contrariamente a quanto appare, o traspare, dai messaggi dei rappresentanti dei partiti, è che Catania non è città da conquistare, ponendo sul balcone di palazzo degli elefanti la propria bandiera, ma , piuttosto una città da amministrare, perché possa ritrovarsi nell’epigrafe sulla porta ferdinandea: ”melior de cinere surgo”, finalmente realizzata.Come sempre sentiamo parlare di lottizzazioni;” quel partito avrà quel comune, e quell’altro avrà invece quest’altro”.Dovremmo prendere coscienza che la città, per essere amministrata con la cura del buon padre di famiglia, deve essa stessa far emergere i propri candidati,senza aspettare che siano Roma e Palermo a decidere per i catanesi.In questa confusione al ribasso, almeno per come la vedo io,una voce mi pare fuori dal coro e, senza nulla a pretendere, per la mia età e la mia salute, sto studiando i contenuti delle due proposte che hanno attirato la mia attenzione.Mi riferisco alle ultime due uscite pubbliche dell’avvocato Giuseppe Lipera, che non ho mai incontrato personalmente, anche se conosciamo i rispettivi scritti, e verso il quale la presente non costituisce endorsement.Entrambe le proposte, una già sperimentata con successo molti decenni fa, l’altra, se genuinamente attuata, di fatto “ fior di conio”.La prima che dovrebbe vedere alla carica di vice Sindaco ed anche di componenti di Giunta, deputati al Parlamento nazionale e regionale dove rappresentare , senza mediazioni o ambasciatori, le necessità, aspettative e progetti di una Città, cui difetta perfino l’ordinaria amministrazione.La seconda la chiamata a raccolta delle rappresentanze dei professionisti e delle imprese, non perché portino voti e consensi, ma idee ed attuatori.Nella sua semplicità e linearità la formula mi pare positivamente rivoluzionaria, e scusate se è poco.