La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani (la L.A.A.I.S.) invita le istituzioni e l’opinione pubblica a considerare le gravi criticità delle infrastrutture siciliane e nazionali tutte, che stanno pregiudicando la sicurezza stradale. In Europa, il costo di un sinistro stradale è aumentato del 4% ogni anno e 5 miliardi di costi in più per le compagnie assicurative non sono certamente numeri da sottovalutare.
Affrontare il problema o si rischia il default
“Il nuovo studio Managing Motor Clains Inflation in Post-pandemic Environment ha evidenziato”, spiega Tania Andreoli (nella foto), presidente della L.A.A.I.S., “un effettivo aumento dei costi tra il 4,5% ed il 7% rispetto al valore del 2021, pari al 2,4% per danno materiale RC. ha un rilievo significativo sull’inflazione. Se è pur vero che il Centro Ricerche Continental Autocarro stima il calo dei sinistri con veicoli pesanti coinvolti in decremento del 31,5% negli ultimi anni, non si tiene conto dell’incremento dei sinistri che hanno come conseguenza il decesso del conducente e non si considera il già discusso calo del numero degli autisti”. La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani, soprattutto dopo i recenti fatti accaduti sulle arterie siciliane e nazionali, che hanno visto protagonisti conducenti di veicoli pesanti, accusa istituzioni ed addetti ai lavori di continuare a trascurare un fenomeno che, se non affrontato nel breve termine, porterà a un vero e proprio default del settore e dell’intera economia; “Non possiamo pensare di non essere sicuri sulla strada. La strada è il nostro luogo di lavoro principale”, sostiene il vicepresidente della L.A.A.I.S. Giuseppe Neri, “e qualcuno dovrà prima o poi farsi carico dell’inadeguatezza delle nostre infrastrutture, che costano agli utenti molto di più in questo stato che non se fossero rimodernate e messe in sicurezza. Un Paese competitivo lo si vede in primo luogo dall’efficienza delle infrastrutture”.
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani insiste, a tale proposito per un tavolo di concertazione nazionale e la creazione di un Ente di vigilanza che si faccia carico di istanze ormai improrogabili