Spesso la domanda che ci poniamo è: cos’è il giornalismo? A cosa serve il giornalismo? Rispondere a questa domanda, non è per nulla semplice. Non esiste definizione da manuale che possa spiegare l’importanza della funzione sociale del giornalismo, ma esistono numerose citazioni che possono descriverla appieno. È nota quella che appartiene a Joseph Pulitzer, che non ha bisogno di presentazioni ed a cui è intitolato il più importante premio giornalistico degli USA: “Una stampa capace, disinteressata, rivolta al pubblico, addestrata con intelligenza a riconoscere il giusto e avere il coraggio di perseguirlo, può preservare quelle virtù popolari senza le quali ogni governo è una farsa, una presa in giro. Una stampa cinica, mercenaria e demagogica, invece, produrrà nel tempo un pubblico alla sua altezza”.
Con una semplificazione si può sostenere che il senso del giornalismo come cane da guardia del potere è racchiuso in questa citazione di poche righe: riconoscere il giusto e avere il coraggio di perseguirlo. Riconoscere il giusto, ovvero selezionare le notizie, approfondirle e verificarle diffondendo al pubblico un’informazione il più accurata possibile. Questo è il dovere deontologico di ogni giornalista, che deve essere libero da secondi fini e imparziale, dove imparziale significa che non può mistificare i fatti per restituire al lettore una notizia viziata da informazioni false o manipolate frutto di partigianeria.
Ora, se è consentito argomentare su quello che si sta verificando in Italia in questi giorni, non si può negare la sensazione di scoramento e di disillusione sull’esercizio della libertà di stampa ( e manifestazione del pensiero garantita dalla costituzione) derivante dall’atteggiamento - che definire fazioso è riduttivo - assunto a priori ed a prescindere da parte dei maggiori organi di informazione nei confronti di Giorgia Meloni e del suo neonato governo.
Sia chiaro, se ad adottare una ferma e risoluta opposizione sono i partiti di minoranza nulla quaestio: è come minimo doveroso se non obbligatorio!
Ma se ad assumere simili posizioni é la cosiddetta stampa libera e d’opinione e allora qualcosa non torna!
Sia anche questo ben chiaro: nessuno intende firmare cambiali in bianco per chicchessia, ma si vuole o si può almeno aspettare che il governo si metta all’opera e vedere concretamente come agirà?
Si vuole constatare e verificare , sul campo, quali saranno i provvedimenti in materia di politica economica, sociale, lavoristica, giudiziaria ecc che verranno adottati ?
Sinceramente questo approccio pregiudiziale da parte di quelli che Travaglio chiama giornaloni, dello stesso Travaglio, dei vari Floris, Gruber, Formigli e compagnia cantante appare veramente non solo eccessivo, ma anche stucchevole, fuorviante, malmostoso ed alla fine anche controproducente.
Perché la Meloni finisce per restare simpatica e coriacea, mentre i suoi detrattori a prescindere finiscono per stare, per dirla alla Camilleri, sui cabbasisi !
Edmond Dantés, Conte di Montecristo