Il sud come protagonista del panorama politico nazionale, non più periferia d’Italia ma al centro di un sistema che punti allo sviluppo di una regione troppo a lungo dimenticata: con questo spirito si è svolto sabato 28 maggio l’incontro organizzato dal sindaco uscente di Messina Cateno De Luca. Dalla piazza Duomo della città che affaccia sullo stretto De Luca ha sancito la nascita del movimento meridionalista dando il via ad una «nuova pagina di storia della politica» - come lui stesso ha annunciato tramite i social. Messina - e la Sicilia - come fulcro dei nuovi equilibri politici regionali e nazionali, «il nostro nuovo progetto politico è destinato a riscattare non solo il meridione ma l'intero sistema Italia». Un progetto ambizioso in vista delle prossime elezioni regionali che ha visto l’appoggio di elettori e amministratori del territorio. Antonio Danubio, di Sicilia Vera, ha scelto di scendere in campo al fianco di De Luca, invitando soprattutto alla partecipazione attiva: «Stiamo lavorando su Catania e su tutta la città metropolitana, siamo stati contattati in questi mesi da tante personalità che vogliono far parte del progetto lanciato da Sicilia Vera. Il nostro è un progetto che non soltanto i cittadini, ma anche diversi amministratori stanno sposando». La gioia di vedere i cittadini partecipi è forse quanto più emerge dalla voce dei protagonisti di questa giornata, «oggi è per noi una giornata importante - continua Danubio - il fatto che tanta gente sia oggi qui a partecipare è un segnale importante di democrazia e partecipazione. Con Cateno De Luca potremmo aspettarci un cambiamento importante sul panorama regionale e nazionale. Abbiamo capito che la gente vuole il cambiamento, con De Luca questo avverrà sicuramente». Proprio De Luca è stato tra i protagonisti della manifestazione svoltasi seguendo un motto, “non solo sud…”, e sottolineando come proprio dalla Sicilia sia possibile scrivere una nuova pagina della storia della politica: «Stiamo lanciando un progetto, svincolato dalle dinamiche nazionali che hanno finora condizionato le scelte dei nostri rappresentanti. Io sono frutto del sostegno popolare, non ho dal 2007 collegamento con i partiti tradizionali e per questo per me è fondamentale costruire un rapporto viscerale con la gente trasformando tutto questo in progettualità politica».
A sorpresa durante l’incontro in piazza Duomo l’europarlamentare Dino Giarrusso, che da pochi giorni ha detto addio al Movimento 5 stelle, è salito sul palco a sostegno del progetto meridionalista di De Luca. Presentato da Cateno De Luca tramite i social come “Jeeg Robot”, eroe a sostegno del progetto di Sicilia Vera, Giarrusso ha manifestato il proprio appoggio politico al sindaco uscente di Messina in corsa per la presidenza della Regione, al nuovo candidato alla carica di primo cittadino sostenuto da Sicilia Vera Federico Basile e a tutto il movimento meridionalista che non ha come obiettivo quello di separarsi dal nord, ma anzi quello di avvicinarsi ancora di più attraverso un dialogo continuo nel quale la Sicilia non venga più considerata “comparsa” ma bensì “attrice protagonista”. Anche domenica 29 maggio, nel corso di un convegno svoltosi al salone delle bandiere di palazzo Zanca (Messina), si è continuato a parlare di partecipazione, di impegno, di politica e di Sicilia. “L’Italia rinasce dal Sud o muore di egoismi territoriali” è stato infatti il tema dell’incontro, a cui hanno partecipato - insieme al leader di Sicilia Vera De Luca e all’europarlamentare Giarrusso - diversi ospiti tra cui l’ avv. Emiliano Covino (presidente Centro Studi Fenapi, "Sud chiama nord”) e il prof. Raffaello Lupi (docente di diritto tributario e scienze delle finanze all’università di Roma Tor Vergata). De Luca ha insistito qui sull’importanza del cercare personalità valide nella costruzione del progetto meridionalista: «La nostra storia, chi siamo e cosa abbiamo dimostrato: tutto questo parla di noi, e tutto ciò diventa fondamentale nella ricerca di uomini e donne quando proponiamo un progetto del genere». Giarrusso, inoltre, ha continuato a sostenere con forza che per rilanciare il sud bisogna scardinare il sistema dei privilegi politici, avere la capacità di saper gestire i fondi, rompere un meccanismo di palazzo che ha inciso negativamente sul quotidiano dei cittadini, causando una crescente perdita di attaccamento nei confronti della politica.