L’Etna, vulcano attivo più alto d’Europa, è la punta di diamante di un territorio dotato di una bellezza sconvolgente e di una biodiversità che arricchisce il territorio rendendolo unico al mondo. Il Parco dell’Etna è stato il primo ad essere istituito tra i Parchi siciliani, e con i suoi 59000 ettari ha il compito di proteggere un ambiente naturale, un paesaggio e un vulcano unici e di promuovere lo sviluppo ecocompatibile delle popolazioni e delle comunità locali. Legambiente Sicilia ha da alcuni giorni lanciato una petizione attraverso la piattaforma change.org per proporre l’istituzione del Parco Nazionale dell’Etna che, come si legge nelle intenzioni espresse tramite la petizione stessa, “può rappresentare la soluzione all’immobilismo burocratico dell’amministrazione regionale”. Anche il rappresentante di Legambiente Giuseppe Patti ha chiarito le intenzioni all’interno dell’approfondimento “Sviluppo sostenibile” della redazione di Sicra Press, in collaborazione con Siciliana Maceri e Servizi srl: «L’esigenza di istituire un Parco Nazionale nasce da un’iniziativa di Legambiente Sicilia. Dopo l’istituzione del Parco Regionale dell’Etna non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati, e il parco stenta quindi a decollare. Per questo crediamo che l’istituzione di un Parco Nazionale possa fornire gli strumenti economici e non solo per risollevarlo». L’Etna presenterebbe infatti tutti i requisiti necessari per essere definito Parco Nazionale; dalle petizione si legge infatti che i parchi nazionali possono essere definiti come “aree di eccezionale importanza e complessità naturalistica, di vasta estensione e di valore e interesse internazionali, rappresentative di ambienti unici o tipici di un certo territorio, famosi anche per la presenza di particolari entità o associazioni vegetali o animali”. «Il parco - continua Patti - è uno dei piu conosciuti e studiati al mondo, abbiamo il vulcano attivo piu alto d’Europa, è un patrimonio di biodiversità, con ambienti e biotopi di eccezionale importanza che non possono essere affidati a una cattiva gestione». Qualora la petizione dovesse andare a buon fine, quello dell’Etna diventerebbe il secondo Parco Nazionale in Sicilia, secondo al Parco Nazionale dell'Isola di Pantelleria. L’idea di proporre l’istituzione del Parco Nazionale dell’Etna potrebbe essere interpretata come una sconfitta dell’autonomia siciliana, eppure diventando l’Etna Parco Nazionale sarebbe possibile contare su autonomia e disponibilità economica e, nondimeno, una maggiore considerazione da parte degli organi dell’Unione Europea e su rapporti diretti con il Ministero. Giuseppe Patti non risparmia infatti le critiche: «La regione non è stata capace di portare avanti una gestione all’altezza dei valori del Parco. Quando ancora si credeva in questo ente si aveva ancora un’idea di sviluppo, nell’ultimo (lungo) periodo, ho l’impressione che si siano succedute delle gestioni vuote, senza un progetto di sviluppo ben preciso che coniughi economia, ambiente e sostenibilità. Con questa iniziativa vogliamo sottolineare la vera importanza del parco, che è di tutti». L’Etna e il territorio che la circonda è dotato di una fortissima attrattiva turistica, il territorio andrebbe quindi valorizzato al massimo delle sue possibilità. Tutelare il parco in ogni modo e trarne il maggior beneficio porterebbe così alla promozione di uno sviluppo realmente sostenibile del territorio. In tale contesto il Circolo Etneo di Legambiente si fa promotore per il 2022 di una serie di iniziative mirate a raggiungere questo importante traguardo. Non per ultimo va sottolineata l’importanza delle campagne di sensibilizzazione, tasselli fondamentali per operare un reale cambiamento, «da insegnante - interviene Patti sull’argomento - dico che spesso faccio attività di volontariato a scuola, con i miei studenti, che sono molto più consapevoli della problematica ambientale». Nonostante tutto quindi la società ha fatto qualche passo avanti, «ma l’educazione ambientale è fondamentale. Se vogliamo cambiare la società dobbiamo formare coscienze nuove. Il problema ambientale non riguarda pochi, ma riguarda tutti noi».