Non c'è una spiegazione che regga. Il destino? Ma quale destino? Il matrimonio posticipato a causa del lockdown divenuto realtà soltanto nell’aprile scorso e quel sogno di diventare genitori infranto ad una sola settimana dal parto. A Ravanusa, dopo trenta ore di incessanti ricerche, scavando anche a mani nude, la tragica notizia: tra i quattro cadaveri recuperati poco dopo le 6.30 di questa mattina ci sono anche quelli di Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina (nella foto). Lei, trentenne originaria di Campobello di Licata, infermiera dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, era al nono mese di gravidanza e avrebbe dovuto partorire, come detto entro la prossima settimana. Sabato sera, pochi attimi prima dell’esplosione, erano andati a trovare i genitori di Giuseppe in quella palazzina di via Galilei, a Ravanusa. In programma c’era una serata semplice semplice: una cena al ristorante. Ma non c’è stato il tempo. Tra le macerie è stato ritrovato il corpo anche di Angelo Carmina, suocero di Selene e papà di Giuseppe. Adesso il bilancio è stato aggironato: sette vittime, due persone che ufficialmente sono ancora disperse e soltanto due sopravvissute all’esplosione. Queste ultime, cognate ottantenni, si trovano ricoverate - tutto sommato - in buone condizioni all’ospedale di Licata, ma da parecchie ore chiedono incessantemente notizie dei parenti. Al momento, in attesa di ritrovare i cadaveri degli altri due dispersi, i corpi recuperati sono quelli di Pietro Carmina (68 anni, professore di storia e filosofia in pensione dal 2018), Carmela Scibetta, Enza Zagarrio, Angelo Carmina, Liliana Minacori, Selene Pagliarello e il marito Giuseppe Carmina. Sono almeno 40 gli edifici coinvolti dalla deflagrazione a catena (diffusa da una abitazione all'altra) e almeno una cinquantina gli sfollati, come ha precisato il sindaco Carmelo D'Angelo.