Attesa angosciosa. Certe volte drammatica, altre volte tragica. Accade in tutti gli ospedali d'Italia, da quando è cominciata la pandemia da Covid: spesso non si riesce nemmeno a salutare il congiunto che viene "fagocitato" dalla struttura attraverso il ricovero. I familiari dei pazienti ricoverati restano senza notizie per ore, a volte giornate intere, in attesa di uno squillo. Severe sono le norme anti Covid: nessuno può entrare in ospedale, non c'è alcun tampone che tenga o super green pass. E non conta nemmeno la gravità del paziente. I familiari imprecano, aspettano, soffrono in attesa di uno "straccio" di notizia sul congiunto ricoverato, in qualsiasi reparto. Proprio perchè quasi sempre nessuno è tenuto a dare notizie. Verosimilmente, invece, basterebbe rafforzare l'organizzazione delle informazioni ai familiari dei degeti; e basterebbe poco, non servono investimenti epocali, ma solo buon senso, una rete operativa all'altezza e dunque un coordinamento. E proprio oggi in redazione è arrivata una segnalazione che riguarda il Cannizzaro. Dalle 19,30 di ieri sera (sabato 25 settembre), una donna anziana è ricoverata in codice rosso al Pronto Soccorso del Cannizzaro. La notizia dov'è? I familiari dell'anziana signora, arrivata in condizioni precarie al nosocomio, fino a oggi 16, 30 non hanno ricevuto e avuto alcuna notizia. Di nessun genere. E vista l'età e le gravi condizioni si teme il peggio. Attesa infinita per i familiari (che si sono rivolti alla nostra redazione) che hanno confermato di aver fatto una miriade di telefonate a numeri di riferimento del Cannizzaro a cui nessuno ha risposto per ore e ore. "Non sappiamo nulla perché malgrado siano cambiati ormai tre turni di medici nessuno fornisce notizie ai familiari...", è stato ribadito nella segnalazione giunta in redazione. Il problema in generale riguarda tutto il sistema di informazione dei familiari dei degenti. Per questa ragione scriviamo queste poche righe, per sensibilizzare chi, relamente, può fare qualcosa a livello operativo, proprio per alleviare le sofferenze dei familiari.