Ogni anno di questi tempi, le problematiche inerenti al comparto Forestale dell’antincendio boschivo diventano di grande attualità e si sono cronicizzate. Tutti a fare il gioco del rilancio, sul piatto migliaia di addetti ai lavori come premio di aggiudicazione alla proposta di riforma più sgangherata: quest’anno si parla di fondi comunitari per aprire la campagna 2021, che se va bene, slitta di un mese e se è vero che siamo in aprile e che la stagione è stata piovosa, la sterpaglia e la macchia saranno alte almeno un metro; per cui se non si corre ai ripari provvedendo ai viali parafuoco come misura urgente, appena la temperatura si alzerà e lo scirocco sarà l’imperatore di molte giornate di maggio, avremo pochissime cause da cercare per gli incendi che si svilupperanno poiché esse saranno da imputare ad un governo miope e cieco! Le programmazioni vanno fatte per 365 giorni l’anno e ci sono operazioni di bonifica mirate che non possono essere fatte solo con il decespugliatore e di cui gli operai della manutenzione detengono la padronanza più assoluta e che premetterebbe di ovviare a lanci inutili da parte dei Canadair in caso di incendio, permettendo notevoli risparmi. Si preferisce affrontare una campagna Antincendio da comiche piuttosto che rimettere in sesto torrette cadenti e cadute, totalmente smantellate dalle avversità atmosferiche, piuttosto che operare le necessarie manutenzioni, per non parlare delle strade per raggiungerle che non si possono nemmeno più chiamare mulattiere e i nostri operai, maestri ed erigere muri a secco, aspettano l’elemosina delle 78 giornate per poi essere apostrofati come “parassiti”. Possiamo parlare ancora delle cassette di emergenza assenti o la figura del secondo uomo in torretta anche di giorno che era stata prevista ma della quale se ne sono perse le tracce dal governo Crocetta in poi. Potremmo parlare dei siti di stazionamento degli addetti allo spegnimento (ASPI) e AGAMS (autobottisti) i cui mezzi sono obsoleti, con manichette danneggiate se non addirittura mancanti. Parliamo di mezzi talmente necessari che a volte, quando si guastano, sono gli stessi operai a fare una colletta fra di loro per la riparazione in quanto serve il getto potente del mezzo, laddove il flabello non basta, quando si trovano circondati dalle fiamme, eppure restano perché quella è la loro vocazione, non solamente il loro lavoro. Potete risparmiarvi i luoghi comuni dicendo che i forestali sono 18.000, 20.000 numeri da gioco del lotto, ipotizzate pure le cifre che volete, tanto restano 18.000 con un contratto di agricoli giornalieri non di ruolo, “per fasce” che grosso modo ricalca tre stipendi di operai siciliani per uno di quelli del nord. Le chiacchiere stanno a zero! La realtà dei fatti è che occorre un azione di svecchiamento del comparto: una riforma nella riforma che riguardi non solo l’apertura delle prove d’arte propedeutiche all’inserimento del personale ma anche l’ingresso di nuove leve. Tutti bravi a dire che il comparto è vecchio che i forestali sono parassiti ma nessuno che parla degli aerei ed elicotteri che vengono pagati a peso d’oro per generosi lanci a scapito dei nostri operai che potrebbero essere messi a frutto tutto l’anno con le competenze che hanno acquisito negli anni, evitando lo scempio che si consuma da maggio in poi. Noi stiamo rivendicando una riforma seria da anni ed eravamo con l’attuale governatore allora candidato, il quale promise la stabilizzazione che ora ha fatto finta di dimenticare. “ non staranno a casa un solo giorno” e noi ci siamo detti che sarebbe “diventata bellissima” la nostra amata Sicilia, con le amorevoli cure delle progettazioni annuali e la messa in sicurezza dei territori. Il governo è miope, quando non si occupa della messa in sicurezza dei territori, dei letti dei fiumi, il recupero dei siti archeologici e nemmeno quando non impiega gli operai per l’estirpazione di specie vegetali altamente invasive. Governatore Musumeci, glielo dico da sua fedele elettrice: lei ha deluso la Sicilia che ora diventerà “Arrabbiatissima”, ed è per questo motivo che il 28 aprile ci uniremo alla lotta di tutti quei forestali che scenderanno in piazza per far valere il loro diritto costituzionalmente garantito che è il diritto al lavoro, facendo ricordare al governo che adesso ha fretta di mettere in piedi una riforma ancor più sgangherata per via della procedura d’infrazione (la terza) che la comunità europea ci ha inflitto e che noi lotteremo per una stabilizzazione che non sia un danno oltre che una beffa.
Il SIFUS c’è! Senza se e senza ma!
Tiziana Ferrara, dirigente sindacale Sifus Forestali