di Alfio Franco Vinci È da quasi un anno, con alterna enfasi, che ci ammoniscono sul fatto che “ siamo in guerra “.
Ed in effetti il numero dei morti, dei “feriti “ e l’ammontare dei danni economici è paragonabile a quelli prodotti da un conflitto del passato.
Come in tutte le guerre che si rispettino le vittorie e le sconfitte si alternano e, solo l’ultima battaglia, diventa quella decisiva.
Un anno fa il nemico dilagò ovunque perché colse tutti di sorpresa.
Poi, piano piano l’umanità ha riconquistato terreno e, nel giro di sei mesi, le parti si sono invertite, al punto che qualche politicante si lasciò andare ad affermazioni incaute circa la fine della pandemia.
Incaute non solo perché prive di qualsivoglia fondamento, ma anche perché indusse i meno responsabili a lasciarsi andare a comportamenti di cui tutti abbiamo pagato e stiamo pagando il prezzo.
A fine 2020, finalmente, uno spiraglio di luce in fondo al tunnel;
È pronto il vaccino. Ce ne sarà per tutti!
Questi saranno i turni per categorie e per età!
Non ci saranno ricchi e poveri; il diritto alla vita è uguale per tutti!
Lo spirito di fratellanza universale che sembrava aver pervaso l’umanità e le Nazioni fu talmente forte da non fare adottare speciali cautele nei rapporti contrattuali con le case farmaceutiche, viste come salvefiche entità capaci solo di fare il bene dei popoli.
La penale più severa, in caso di inadempienza, sarà la rescissione del contratto.
Nell’afflato del “ volemose bene” i Paesi del vecchio Continente affidano alla Unione Europea il compito di prenotare per tutti e quindi dividere pro quota.
E qui casca L’asino perché un’industria si ricorda di essere americana e di dover pertanto soddisfare in via prioritaria i 600 milioni di dosi richieste dagli USA.
Un altra chiarisce che l’impegno a produrre per l’UE riguarda solo gli stabilimenti presenti in Europa;
Un’altra ancora da priorità al Regno Unito, non più membro dell’Unione europea, perché là ha la sua sede.
E allora ecco che tutte le commoventi buone intenzioni naufragano per mancanza di cautele adottate.
La Germania, fuori quota, pare abbia richiesto a Pfeizer 30 milioni di dosi;
Gli Stati Uniti d’America 600 milioni;
L’Inghilterra tutto il disponibile a pena di requisizione; ovviamente con pagamento cash.
Come sempre nulla di nuovo sotto il sole:”l’argent fait la guerre“