La forza e il coraggio di chi non cede alle intimidazioni, andando avanti per il bene della comunità. I Briganti di Librino, a quattro mesi dall'incendio della loro Club House, continuano instancabilmente nella loro opera di recupero sociale e didattico dei più giovani. Abbiamo sentito il fondatore dei Briganti, Piero Mancuso. - Piero, le vostre iniziative didattiche vanno avanti, ma che genere di aiuti state ricevendo per riprendervi? "Tutti gli aiuti che abbiamo ricevuto per la ricostruzione dei nostri locali sono arrivati da club di rugby e associazioni di tutta Italia, non certo dalle istituzioni, che si sono fatte avanti solo all'inizio per poi scomparire come nulla fosse. Stiamo aspettando da diverso tempo la pubblicazione del bando per il rifacimento del "San Teodoro", speriamo bene". - Negli scorsi giorni ha fatto un po' discutere la vostra scelta di rifiutare l'invito alla manifestazione della Rai, relativo al Giro d'Italia. "La nostra è stata una scelta etica. Iniziare il Giro d'Italia in un paese come Israele, che perseguita da anni i palestinesi, è un tentativo di mascherare la realtà tramite lo sport. Lo sport e la politica non devono rimanere separati: questo evento mi ha ricordato i mondiali del 78' in Argentina, che allora nascose le infinite persecuzioni della dittatura. Sì, credo che la scelta della location sia stata particolarmente infelice, un'ipocrisia". - La stagione sportiva è finita, ma sul campo i "seniores" dei Briganti si sono fatti ampiamente valere... "I grandi hanno raggiunto con merito la C1, e questo ci gratifica molto. Abbiamo avuto però diversi problemi a livello giovanile, a causa delle note vicende di gennaio. Al di là delle difficoltà, il nostro obbiettivo principale rimane quello di spenderci per i nostri ragazz, sempre a testa aalta e qa maniche rimboccate...".