Le miserevoli cronache della politica italiana mi hanno fatto ricordare due episodi emblematici, tra i tanti, della mia trascorsa esperienza.
Erano gli anni ’90 e percorrevo, in lungo e in largo, la Sicilia per incontri e dibattiti in occasione delle elezioni regionali.
Primo episodio.
Nel corso di un comizio nella piazza di un comune della provincia di Catania affrontai il tema della legalità, invitando i cittadini a prendere le distanze dal loro sindaco arrestato qualche settimana prima per tangenti.
Alla fine mi si avvicinò uno dei presenti e mi disse: “Lei ha parlato male del nostro sindaco, ma io le dico che con i lavori pubblici ha dato lavoro a molti di noi, ed è questo che interessa me e gli altri. Quando uscirà dal carcere, se sarà nuovamente candidato, lo voteremo”!
Secondo episodio; analoga situazione in un comune della provincia di Messina.
Anche qui il sindaco era stato arrestato per tangenti e, ovviamente, ne parlai male.
Stessa scena di quella precedente, per alcuni versi ancora più grave.
Si avvicinò uno degli astanti dicendomi:” Per me il sindaco è una brava persona, gentile con tutti.
E poi onestamente A ME NON MAI FATTO NULLA DI MALE”!
Dopo 30 anni è cambiato questo Paese?
Non credo proprio.